"Il classico Superstore americano! Un punto vendita dove
puoi trovare tutto quello che vuoi o di cui hai bisogno. Vuoi diventare più
magro? Più grasso? Più felice? Più triste? Sei in cerca di nuove amicizie o di
un pò di tranquillità? O magari cerchi l'amore..."
E' bello rivedere America Ferrera in tv, perché un po' ci
manca nei panni della bruttina Betty Suarez in “Ugly Betty”. Qui però l'attrice
torna bella e diventa Amy, commessa di “Superstore”. Precisamente il superstore
in questione è il Cloud 9: un ammasso di gente pazza e sconclusionata, ma
perfetta per creare tutti gli ingredienti adatti per una sitcom divertente,
anche se vecchio stile. Justin Spitzer, ideatore della serie, già dietro le
quinte di cult come "Scrubs" e "The Office", qui, dopo
averci fatto ridere con l'ospedale di "Scrubs" e l'ufficio di
"The Office", ci porta all'interno di una di quelle catene di negozi
in cui al suo interno trovi praticamente di tutto, dall'elettronica agli
alimentari, dai giocattoli alle biciclette e chi più ne ha più ne metta.
Dove
puoi trovare gente in mutande che pulisce i propri vestiti nella lavatrice di
ultima generazione o i commessi vestiti con due maglie di colori diversi per
accaparrarsi una gara all'ultimo acquisto, o ancora un gruppo di Hooligans che
tifa tra i reparti. In mezzo a questa confusione organizzata c'è Amy, mamma
giovane e veterana del Cloud 9, dipendente diligente e perfettina, ma al
contempo non felicissima del proprio lavoro che reputa monotono e senza sbocchi
professionali. Lei è anche addetta al controllo di alcuni componenti dello
staff, tra i quali spicca: Jonah (Ben Feldman), nuovo impiegato appena sbarcato
nel Superstore che si trova subito a dover compensare le sue scarse capacità
all'interno di un ambiente di lavoro strampalato e alla prese con un interesse
sentimentale che lo porta ad avere fin da subito un'attrazione considerevole
nei confronti della bella Amy.
A loro si aggiungono un'altra serie di fuori di
testa: Dina (Lauren Ash), vicedirettrice infatuata di Jonah, con un carattere
ed un portamento da soldatessa; Garrett (Colton Dunn), impiegato di colore e
paraplegico che in ogni occasione possibile sfrutta la sua condizione
sfavorevole, fisica e di colore della pelle, a proprio vantaggio; Mateo (Nico
Santos), un omosessuale asiatico con la voglia di mettersi sempre in mostra,
facendo spesso il lecchino con il direttore Glenn (Mark McKinney); ed infine
Cheyenne (Nichole Bloom), una delle impiegate più giovani, prossima al parto,
con un ragazzo Bo Derek (Johnny Pemberton), il cui nome è già tutto un
programma, che è convinto di riuscire a sfondare nel mondo della musica come
rapper, pur non avendo nessun tipo di talento.
Superstore" è la classica
comedy in cui si unisce bonarietà a della sana ridicolezza collettiva, senza
risate a fare da cornice, ma con discreta prevedibilità sui temi trattati che
sanno di già visto. Malgrado questo però, "Superstore" fa il suo
lavoro, che è quello di far sorridere ed intrattenere, che poi è il compito
principale di tutte le comedy, con quel punto a suo favore dovuto ad un cast
eccellente e ad un'opera che pur non essendo ai livelli dei precedenti lavori
di Spritzer, "Scrubs" e "The Office", risulta ancora pregna
di quello spirito un po' grottesco, ma molto promettente, in cui si riesce
sempre ad offrire spunti su temi politici, sociali e interazziali.
La serie,
che negli Stati Uniti va in onda dal 30 novembre 2015 sulla NBC, è approdata in
Italia su Joi, canale di Mediaset Premium, lo scorso 7 ottobre, e chissà,
magari un giorno potremo vederla in chiaro in quel pomeriggio di Italia Uno
fatto di perenni ridicole repliche delle stesse serie tv che
finiscono e ricominciano da capo, la cui unica boccata di aria fresca arriva da
"Baby Daddy".
Personaggi e doppiatori:
Amy Dubanowski (Letizia Scifoni)
Jonah (Simone Crisari)
Dina Fox (Paola Majano)
Garrett (Marco Benvenuto)
Mateo Fernando Aquino Liwanag (Corrado Conforti)
Cheyenne Lee (Gaia Bolognesi)
Glenn Sturgis (Gianni Bersanetti)
Bo Derek Thompson (Federico Viola)
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