Non c'è più religione di Luca Miniero



Luca Miniero dopo i contrasti nord sud vira sullo scontro di religioni, cristiani musulmani con deriva buddista nella parte finale. "Non c'è più religione" ricalca pedissequamente la filmoggrafia del regista che si affida alla coppia Bisio Finocchiaro ancora una volta, con Alessandro Gassmann come sparring partner. La pellicola ha tutti i pregi e i difetti dei lavori precedenti. Risulta gradevole, entra subito nel vivo, a tratti diverte anche ma tralasciando il fatto che sia sempre "lo stesso film in sostanza" il vero problema di Miniero sono le ultime mezz'ore, dove vuoi per mancanza di idee, vuoi perché il pretesto da cui parte ogni storia è francamente labile, incomincia a tradire ogni possibilità di verosimiglianza e va a caccia di trovate ad effetto, snodi narrativi che lasciano senza parole, francamente risibili, perché riescono nello stesso tempo ad essere ampiamente prevedibili e poi a degenerare nell'assurdità più totale. Nella minuscola isola di Porto Buio, gli abitanti si preparano "nove mesi prima" al presepe vivente che sperino diventi sempre più famoso e volano per il turismo. Il problema è che l'ultimo Gesù Bambino è in piena fase di sviluppo, senza contare l'aumento di peso. 
Il Sindaco neo eletto Bisio e la Suor Marta anche pizzaiola Finocchiaro devono così rivolgersi a una piccola comunità musulmana capitanata da Alessandro Gassman, convertitosi per amore, per avere in prestito un bambino per interpretare "il nascituro". Gassman, ex amico dei nostri, farà pagare al Sindaco vecchi screzi di gioventù prima di concedere "il nuovo attore principale". Nell'orda dei film natalizi alla resa dei conti fa la sua figura anche perché stereotipi stra abusati a parte è recitato bene e ci sono alcune sequenze (l'allenamento stile Rocky del bambinello ingrassato, l'acquisto del pane da parte di una musulmana, le entrate in chiesa del Sindaco) che strappano più di una risata, ma è inaccettabile da ogni punto di vista la si guardi tutta la seconda parte del film, dove la vicenda in se, il senso, la morale della storia vanno letteralmente "a farsi benedire". 


"- Un uomo senza barba è come il culo di un babbuino"
" - Si fa alla maniera araba si fa come dico io"
"- Senza glutine ci abbiamo un sottilissimo vaffanculo gliene faccio mezzo chilo?"
"- Gesù è italiano più ostie e meno kebab"
"- Sei uno stronzo proprio come la mamma - E no piano con le parole a me Mamma non lo dici"
"- E come lo chiami? Che cazzo ne so! Bel nome"

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