Baustelle - L'amore e la violenza



"L'amore e la violenza" il nuovo album dei Baustelle,  è un calderone pop ultra citazionista, in cui alto e basso sono mischiati con maestria e nonchalance partendo da melodia impresse nella memoria per rimodularle su arrangiamenti variegati e complici. Dieci brani che si cantano dopo mezzo ascolto. "Ma non sono solo canzonette" tutt'altro, perché i versi di Bianconi appaiono decisamente ispirati, cavalcando "la leggerezza" solo apparentemente per gettare invece uno sguardo sui nostri tempi che è tagliente, lucido, estremamente intelligente. Dopo "Love": breve intro strumentale epico e sbarazzino al tempo stesso a tracciare le coordinate dell'album, arriva "Il vangelo di Giovanni": vero e proprio brano manifesto "Io non ho più voglia di ascoltare questa musica leggera" che procede per assonanze,  strofa al pianoforte per un ritornello che si apre citando Bandiera Bianca e come non pensare a Magic Shop ad esempio quando i nostri cantano: "Lettere del Papà sulla fedeltà del cane" un vero e proprio omaggio al Maestro Battiato insomma. "Amanda Lear" : "Niente dura per sempre figurati io e te" il primo singolo estratto è una filastrocca electro pop e ricorda il primo sound Baustelle dove dunque è impossibile "non ripensare ai Pulp" con uno spiccato mood retrò e un ritornello irresistibile: "colpa mia se questo anno ti hanno visto mi dicono vomitare gli occhi l'anima a un concerto rock appoggiata a una testa di cazzo, un regista, un coreografo che ne so, un lavoro come un altro una droga per illuderci di essere uomini". "Betty": "è bravissima a giocare con l'amore e la violenza si fa prendere e lasciare che cos'è la vita senza una dose di qualcosa, una dipendenza" mood decadente dove anestetizzata dai social, Betty la protagonista richiama quella de "La guerra è finita" bellissimo il ritornello a cui segue uno special diradato e intenso. "Non esiste differenza tra la morte di una rosa e l'adolescenza" canta Bianconi, a perfetto parallelismo dove la guerra adolescenziale porta addirittura alla Regina Elisabetta: "come la foglia al vento trema l'Europa unità"."Eurofestival": "Gravi stati d'allucinazione mentre passa l'ultima canzone all' Eurofestival e il nostro amore ai titoli di coda, chi siamo noi chissà questo anno cosa andrà di moda" canta Rachele su una base rockeggiante mentre Bianconi si dedica allo special finale. Al brano ha collaborato Simone Lenzi dei Virginiana Miller. "Basso e batteria": "Lei ti ha consumato come un disco dell'estate" godibile e varia nell'arrangiamento "Ti ha lasciato un figlio, Foster Wallace, tre maglioni e queste cazzo di parole senza senso dentro le canzoni ma tu devi resistere imparare bene a non aver paura e ballare la musica elettronica nuova del sabato sera" con uno strumentale finale tipico metà anni settanta. "La musica sinfonica": "e cadevano i governi e noi ci sentivamo eterni mano nella mano a scuola" cantata interamente da Rachele è un bizzarro e riuscito incrocio tra i Rondò Veneziano e Viola Valentino che ben contrasta con "la drammaticità" del testo: "essere felici non è facile è folle ma è possibile è musica sinfonica in discoteca". "Lepidoptera": epica e minimale nello stesso tempo nel suo dipanarsi suggestivo e oscuro con le parole che sembrano inseguire la melodia per stemperarsi in un ritornello alla Madamoiselle Boyfriend: "che fesseria la guerra quando finirà davvero ce ne andremo in Inghilterra a far l'amore senza paura io e te, io non voglio farti più del male". "La vita": "la vita è tragica, la vita è stupida però è bellissima essendo inutile è solo immagine, un soprammobile, pensare che la vita non è niente aiuta a vivere" folk ballad con strofa alla Venditti, con un ottima costruzione armonica ponte ritornello e un azzeccato special: "ricordati che stai giocando un gioco senza vincitori" con uno dei migliori testi del lotto. "Continental stomp": breve strumentale giocato sull'attesa a preparare la strada a: "L’era dell’acquario": con la tensione che si percepisce nella strofa e che si smorza quasi di colpo in un ritornello smaccatamente anni 80, melodia italiana alla Pupo per intenderci:"Torneremo a fare l'amore vedrai a guardarci dritto negli occhi, ci si abitua a tutto alle bombe alle esplosioni al calendario" il risultato col testo che accosta le paure degli attentati dei giorni nostri con il terrorismo mette comunque i brividi: "hai 18 anni e non ricordi le strade nel 76 il caso Moro e l'eroina  all'università tua madre era bellissima". L'album si chiude con la ballad "Ragazzina": a ricercare una possibilità di purezza: "Biancaneve tra milioni di maiali orsi buone e rime giuste da rappare" se "Il Vangelo di Giovanni" è una sorta di mix di Battiato, lo stesso vale in questo caso per De Gregori.

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