Brunori Sas - A casa tutto bene



Dario Brunori è uno dei pochissimi a potersi permettere una serie di "rime facili" non solo senza colpo ferire ma anche letteralmente a colpirti, a lasciarti senza difese, come ritrovarsi di fronte a "la verità" più semplice che hai sempre rifiutato magari o che tenevi nascosta per urlarla allo specchio semplicemente o a gli altri durante "un sabato bestiale". Il quarto volume non c'è, c'è "A casa tutto bene" dodici canzoni "classiche" che poco concedono alle mode del momento e che vanno dritte per la propria strada. Con l'ironia che si colora di amarezza, disincanto, con un discorso "sociale" che parte dal singolo ma tocca la collettività intera. Non ci sono sconti, episodi più leggeri come il nostro ci aveva abituato in passato, ci sono colpi che vanno a segno con brutale nonchalance, a cominciare da " La verità": il primo singolo estratto "Te ne sei accorto si che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più"  un continuo crescendo d'intensità a cui contribuiscono in maniera preponderante sezione ritmica e archi, senza tralasciare ovviamente un testo da brividi: "Te ne sei accorto o no che non c'hai più le palle per rischiare di diventare quello che ti pare?" per proseguire con la splendida "L'uomo nero": "a esser tolleranti poi si passa per coglioni" geniale, uno dei testi più pungenti del lotto "e tu che pensavi che fosse tutta acqua passata?" che è un pò la stessa tematica trattata da gli Zen Circus in Zingara, dove l'ironia è lucida e pungente ma a prevalere è una rassegnazione vera e propria sull'ignoranza umana, preda di un razzismo senza fine,  con la stessa musica "scura" a dar risalto.  "Canzone contro la paura": "canzoni che parlano d'amore perché alla fine dai di che altro vuoi parlare"è una folk ballad abbastanza standard nel suo dipanarsi "cantautorale" ma che arriva senza se e senza ma quasi a "consolare". "Lamezia Milano": "c'è gente che ride per l'applauso al pilota io vedo solamente attaccamento alla vita" ha un incedere trascinante funky dance: "con la metropoli che ancora incanta e la provincia ferma agli anni 80" a narrar di personaggi e differenze. "Colpo di pistola": "ma io non la tenevo prigioniera l'incatenavo solo verso sera per stare un pò vicino a lei" è una morbida ballad folk country mentre "La vita liquida": è giocata tra cori, clap hands, per un'atmosfera evocativa che sfocia in un beat tenue con la tromba in evidenza sul finale: "e in mezzo a rocce secolari e letti di fiumare attraversando le stagioni riconsegnarmi al mare". "Diego e io":"Ma si che ti perdono anche se lo so che poi cadrai di nuovo" è una tenue ballad per piano e voce e gli archi a sorreggere. Si riparte con il vigore di "Sabato bestiale": "Perchè io sono un animale sono pecora e maiale e non sarai certo tu a farmi adesso la morale sono superficiale già lo sei lo sai anche tu che siamo figli delle stelle e della tv" altro testo delizioso, soul nel ritornello coi fiati in evidenza, trascinante.  Bellissima "Don Abbondio": altro grande testo: "Don Abbondio è mio nipote lo dobbiamo sistemare" è un brano folk che ha un "mood western" sui mal costumi d'Italia a cominciare da "noi che guardiamo le macerie comodamente dalle nostre finestre". "Il costume da torero": "la mia età non è questa è perlomeno la metà" è una filastrocca "circense, da festa di bambini che infatti cantano: "non sarò mai abbastanza cinico dal smettere di credere che il mondo possa essere migliore di com'è"."Secondo me": "parliamo sempre di Salvini di immigrati e clandestini ma in un campo rifugiati a noi non c'hanno visto mai " è una folk ballad con gli archi che entrano nel ritornello che può contare sull'ennesimo grande testo. L'album si chiude con la delicata "La vita pensata": "me lo dicevi anche tu la vita va vissuta senza trovarci un senso... la vita va vissuta e io la penso" chitarra, voce e pochi orpelli:"ma l'ho capito finalmente che io del mondo non ci ho capito niente".

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