Hand of God (Amazon Instant Video)


Ron Perlman, Dana Delany e Julian Morris sono protagonisti indiscussi di "Hand of God", thriller psicologico ad alto tasso drammatico della Amazon Instant Video, ideata da Ben Watkins, iniziata alla fine del 2014 e che si concluderà con una seconda stagione che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Spiegare "Hand of God" non è semplice. Pernell Harris (Ron Perlman) è un giudice corrotto che, dopo il tentato suicidio del figlio, riscopre la fede grazie alla figura dell'ambiguo Reverendo Paul Curtis (Julian Morris). Pernell farà un imponente donazione all'uomo, andando in contrasto con la moglie Crystal (Dana Delany) che intuisce che Paul possa essere soltanto un impostore e che il marito potrebbe aver perso completamente il senno. 


Ed in verità l'idea non è così lontana dalla realtà: Pernell vede e sente cose che non esistono, delle vere e proprie allucinazione che avvengono soprattutto quando l'uomo è al capezzale del figlio PJ (Johnny Ferro). Crystal tra l'altro è preoccupata anche per l'andamento degli affari illeciti della famiglia e spera che il comportamento del marito non crei problemi con il sindaco Robert Boston (Andre Royo), al quale la famiglia Harris ha fatto diversi favori. Nel frattempo Pernell ingaggia un uomo violento, Keith Dennison (Garrett Dillahunt) per uccidere un agente di polizia che ha visto in una visione e pensa che quell'uomo sia colui che ha stuprato una suora. Cominciano insieme a fare giustizia e a pulire il mondo dal male, immaginando di farlo entrambi in nome e per conto di Dio, immaginado che questo sia il loro compito e attraverso questi crimini il figlio possa risvegliarsi. 


Nel frattempo la moglie di PJ, Jocelyn (Alona Tal), vorrebbe spegnere le macchine che tengono legato il marito a quel triste letto d'ospedale. Ma ovviamente Pernell si mette contro questa decisione recandosi in tribunale e annullando qualsiasi possibilità di scelta della donna. La serie è assolutamente utopistica e bizzarra, con una trama di base notevole, ma con un evoluzione di essa lenta e poco incisiva. Le scene più intriganti sono quelle che interessano il Reverendo Paul, i dialoghi sono originali e d'impatto, ma la vera forza dello show è il cast: brillante e capace. Le recensioni della critica statunitense sono state per lo più positive per quanto riguarda l'episodio pilota per poi raffreddarsi man mano che la trama della serie si è evoluta, intiepidendo anche gli animi dei telespettatori. 


Il ritorno della serie a quasi tre anni dalla prima messa in onda di certo non aiuterà gli ascolti che già non erano idilliaci neppure agli esordi, anche se di ascolti non si può parlare nel caso di serialità on demand, ma di download, ma comunque il senso è similare. Diciamo che è un difetto tipico della Amazon non essere puntuale con l'uscita delle stagioni successive delle varie serie televisive originali, e se come la Netflix produci una serie dietro l'altra, esagerando come abbiamo più volte detto, allora è ammissibile ritardare con le varie stagioni, ma se produci un paio di serie nuove all'anno, forse la puntualità sarebbe ben accetta. Tornando alla serie, "Hand of God" non è per tutti, ma è giusto dare una chance a questo thriller psicologico dal risvolto drammatico diretto da Marc Foster.

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