Ieri la conferenza stampa ufficiale del 67° Festival di Sanremo non ha svelato niente di nuovo. Da giorni, tra conferme e smentite, più che altro tra un fuggi fuggi di notizie per insaporire i palati dei telespettatori, si sapeva già che ad affiancare Carlo Conti alla guida del suo terzo Sanremo (e forse ultimo?) sarebbe stata la signora Mediaset Maria De Filippi. Quindi a poco è servito il siparietto "arriva o non arriva" in Sala Stampa. L'Italia dei Social sembra divisa: chi critica la scelta defilippiana perchè contro una tv trash colma di "Amici", "Uomini & Donne" e "C'è posta per te", minacciando seriamente di non vedere il Festival della Canzone Italiana; c'è chi invece alimenta il continuo share della signora Costanzo e conosce tutti i tronisti a memoria. Ma Carlo Conti ha messo subito le mani avanti: "Maria De Filippi viene a titolo gratuito". Grosso colpo indubbiamente. Quel lupo di Conti, volto saldo della tv pubblica, ha fatto bingo: ha dalla sua la conduttrice che fa più audience che, rimborsi spese a parte, non è pagata profumatamente coi soldi dei cittadini. Soldi che però serviranno per gli ospiti internazionali dice Carlo, gli stessi superospiti a cui viene dedicata mezz'ora di intervista e che, con tutto rispetto per la bella Nicole Kidman o il simpatico Will Smith, ad esempio, sono di una noia mortale dopo i primi 10 minuti. Ospiti che quest'anno, parlando di cantanti, sfoggiano una certa "libertà sessuale". Mettiamola così. E va più che bene, per carità. Ma a parte questo e a parte il nuovo regolamento del Festival, che come avevamo scritto è stato cambiato in corsa per inserire altri 2 nomi, è abbastanza pasticciato. Anche 22 Big in gara sono un pò troppi e sembra che in tal modo non si è voluto scontentare nessuna casa discografica.
Altra affermazione di Conti in ottica spending review è stata: "Non ci saranno valette, basta Maria!". E il discorso fila! Ma qualcuno la figa di turno la cerca eccome fino a esserne rimasto deluso. Si è accennato ad un altro volto che a La 7 lo share lo porta... ma sul fronte satirico-politico. Maurizio Crozza ci sarà tutte le sere o forse una? Ancora non si sa bene se la formula sarà quella adottata con Virginia Raffaele lo scorso anno, ovvero un personaggio a serata, fatto sta che, se il Festival è specchio dell'attuale Paese, pardon, dell'attuale Governo, ci fa strano un Crozza - che qualche anno fa venne fischiato dagli "scagnozzi" mandati da chissà chi - sia il comico fisso sul palco dell'Ariston. Certo, Conti si prenderebbe così i milioni di telespettatori delle principali reti, Rai, Mediaset e La 7. Ma onestamente non vorremmo mai che Crozza venga mandato sul palco di Sanremo per essere massacrato. Sappiamo benissimo che la satira del comico è una spada fendente, lo sanno bene anche dall'alto. Noi #DifendiamoMaurizioCrozza, diremmo.
Un'altra cosa da sottolineare è il 7 finale a questa 67 edizione 2017. Numero ricco di simbolismi e magie, che non porta proprio bene al Festival di Sanremo. Non è una regola per carità. Ma a ben vedere sin dagli albori, qualcosa non va. Nel 1957, Nunzio Filogamo condusse il suo ultimo Festival di Sanremo: con l'avvento della televisione e con una Rai ancora filocattolica, venne deciso di estromettere il presentatore, pare, per delle voci su una sua presunta omosessualità. E pensare che a Sanremo quest'anno i gay saranno almeno 3! Il 1967 viene ricordato per il nefasto 27 (altro 7) gennaio quando morì tragicamente Luigi Tenco che era in gara con "Ciao Amore". Chissà se sul palco dell'Ariston omaggeranno il grande cantautore visto che quest'anno si celebrano i 50 anni dalla morte. Anche per i vincitori la numerologia non porta bene. Nel '77 vinsero gli Homo Sapiens che non hanno mai brillato in popolarità benchè siano ancora in attività; nell'87 morì il reuccio Claudio Villa con grandi difficoltà per il Festival targato Pippo Baudo; il '97 fu l'ultimo Sanremo di Mike Bongiorno con la vittoria dei Jalisse scomparsi poco dopo dalla scena musicale.
Il 2007 grazie a Dio tutto bene. Quest'anno la storia verrà riscritta. Cosa accadrà?
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