“Sto andando ad Orange County a
vedere mia moglie e mio figlio. Saranno gasatissimi. Insomma, non c'è
niente, niente di più bello di un soldato che torna a casa, vero?
Oh, comunque io sono Zorn. Difensore di Zephyria. Conquistatore delle
Tribù di Aegon!”
Ritorniamo
a Orange County, California per rispolverare una serie che fa molto
anni '90: “Son of Zorn”, dove si torna a mischiare live action a
cartoon come si faceva una volta con film come “Chi ha incastrato
Roger Rabbit?”, “Space Jam”, “Come d'incanto”, o prima
ancora con “Mary Poppins” e “Pomi d'ottone e manici di scopa”.
Ma stiamo davvero parlando di anni ed anni fa. La premiata ditta Phil
Lord e Chris Miller, la stessa di “Piovono polpette”, “The Lego
Movie” e “21 Jump Street”, tornano in televisione dopo aver
diretto i Pilot di “The Last Man on Earth” e “Brooklyn
Nine-Nine” per questo audace ritorno al passato.
Zorn,
difensore di Zephyria, conquistatore delle tribù di Aegon è il
fulcro centrale di questa comedy in cui l'integrazione sociale è
punto focale di tutto, a ricordarci in qualche modo che è sempre
difficile integrarsi in un nuovo contesto, non solo se sei di
un'altra religione o di un colore diverso della pelle, ma anche se
sei un cartone animato arrivato da un altro pianeta. Zorn quindi
torna sulla Terra per andare a trovare l'ex moglie Edie (Cheryl
Hines) ed il figlio Alan (Johnny Pemberton), che il padre chiama
Alangulon, mettendolo in serio imbarazzo ogni volta. Entrambi
ovviamente umani. Non stiamo adesso a soffermarci su come sia nato
Johnny dalla relazione tra un cartone animato ed una umana, queste
sono cose che giustamente non vengono spiegate, perché è meglio non
sapere. Quindi Zorn si troverà a dover gestire una relazione
visibilmente corrosa dalla sua mancanza con un figlio vegano, cosa
che per Zorn risulta molto difficile da digerire, lui che mangia
praticamente solo carne, in più verrà costretto dall'ex moglie ad
essere più presente e quindi non potendo sempre pagare con gemme
preziose dovrà cercarsi un lavoro d'ufficio ed una casa per cercare
di sanare i rapporti precari.
Avere un padre certamente non
esemplare, che usa spesso le parolacce e certamente poco affettuso
non sarebbe un piacere per nessuno, ma Zorn ci proverà a rimettere
insieme i pezzi. Nel cast da ricordare anche Craig (Tim Meadows),
nuovo compagno di Edie; Linda Orvend, interpretata dalla bravissima
Artemis Pebdani, che noi conosciamo già per la sua partecipazione in
“Scandal”, e che qui interpreta il boss del protagonista con
tutte le difficoltà che questo ruolo le comporterà. Zorn alla fine
è la chiara parodia di He-Man, personaggio immaginario della Mattel,
protagonista della serie omonima a cartoni del 1983, il tutto però
catapultato nella comicità del 2017, dove Zorn usa uno smartphone
mentre si trova nel bel mezzo di una battaglia o si presenta a petto
nudo e con una spada gigante sulla schiena ad un colloquio di lavoro,
decisamente immagini di per se umoristici, ma mai effettivamente
esilaranti.
Il ritorno al passato, rispolverando questa tecnica
mista, oggi risulta in fin dei conti originale, perché non la si
vede da molto tempo, ma purtroppo il tutto poggia su una trama già
trita e ritrita, la storia del padre che deve recuperare il rapporto
col figlio adolescente ha un pò rotto, diciamolo con chiarezza e
non aiuta nemmeno il fatto che le battute risultino un pò scontate e
nell'insieme decisamente poco divertenti. Insomma, tutto sommato “Son
of Zorn” non è un granché. La Fox ha messo in onda al momento i
primi 10 episodi dello show, ma già ne bastano e avanzano un paio
per capire l'andazzo, nonostante i primi episodi abbiano riscontrato
un discreto successo in patria, già dopo poco la serie ha cominciato
a perdere colpi e pensiamo che a lungo andare il rating subirà
sempre più contraccolpi dovuti ad una mancanza di originalità
notevole. In Italia la serie partirà il prossimo 9 marzo su Fox
Animation. Infine da ricordare che la voce di Zorn è quella di Jason
Sudeikis (“The Last Man on Earth”), che svolge decisamente bene
il suo compito.
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