“Speechless” significa “muto”, “ammutolito”, ed è un po'
quello che succede quando ci troviamo di fronte al Pilot di questa nuova comedy
della ABC, che ci lascia davvero “senza parole”, facendo intuire fin da
subito che si va ben oltre il sorriso tipico da situation comedy, ma che si ha
la voglia di insegnarci qualcosa in più. “Speechless” è una serie che non
sembra nemmeno appartenere alla tv generalista, visibilmente più adatta ad un
canale come FX o TBS, eppure la ABC ha creduto fortemente nel progetto di Scott
Silveri ed ha segnato un bel risultato, non solo di pubblico, con una costante
che avvicina puntualmente la serie a 2 punti rating, ma anche di critica.
Ed
anche noi siamo rimasti abbagliati dall'estrema durezza e dalla forza narrativa
della serie in questione, anche perché le comedy solitamente non hanno chissà
quale trama di base o non affrontano argomenti molto forti, invece “Speechless”
lo fa e lo fa pure in maniera magistrale, facendoci ridere di gusto nonostante
la veridicità di certe scene. In realtà la ABC trattava già da un annetto argomenti delicati, per così dire, all'interno di un
mondo solitamente pregno di banalità acchiappa-risate, grazie a “The Real
O'Neals”, di cui parleremo prossimamente, riuscendo molto bene nell'intento. Ma
qui lo fa ancora meglio. La storia di “Speechless” mette al centro una classica famiglia statunitense, come succede nella maggior parte delle sitcom d'oltreoceano, alle prese con un altrettanto convenzionale trasferimento, con tutte le conseguenze che questo comporterà soprattutto nei figli, con la loro apparente incapacità di affrontare i cambiamenti repentini.
E “Speechless”
parte proprio da qui: i coniugi Dimeo, Maya (Minnie Driver) e Jimmy (John Ross
Bowie) decidono di cambiare casa, di trasferirsi in una catapecchia fatiscente,
circondati invece da case a schiera una più figa dell'altra, mentre la loro è
con l'erba altissima che sormonta la casa ed i tetti e i muri con delle crepe
consistenti. Il bello è che i Dimeo non faranno nulla per sistemare la
situazione, anzi al contrario: faranno di tutto per farsi odiare dai vicini. La
motivazione principale del cambiamento è permettere al figlio affetto da
paralisi cerebrale, JJ - interpretato da un ragazzo realmente portatore di
handicap, l'attore Micah Fowler, che recita in maniera sublime, da far invidia
ad attori che non hanno bisogno delle ruote per muoversi - per ottenere
un'educazione migliore in un istituto più adatto ai suoi bisogni, nonostante
l'approccio ad esso sarà decisamente peggiore delle aspettative, tanto da
accendere l'ira, già di per se parecchio labile, di mamma Maya. Il modo dirompente della donna cozzerà notevolmente con quello della Preside dell'istituto, la dottoressa Miller (Marin Hinkle), completamente assoggettata alla donna e totalmente incapace di gestire situazioni complicate. Quando passa Maya nemmeno i poliziotti la fermano, riconoscono già l'auto della donna e anche se l'autovelox indica che dovrebbe essere rincorsa, bloccata e multata, non lo fanno, perché sanno che è completamente fuori di testa.
Più degli altri
soffrirà del cambiamento Ray (Mason Cook), secondogenito, costretto a dire
addio ad un suo caro amico, che si vede sballottato continuamente da un
quartiere ad un altro, da una città ad un'altra, sempre alla perenne ricerca
del “posto perfetto” per il fratello JJ. Ovviamente tutto questo porta il
ragazzo a pensare di essere un figlio di seconda categoria. Mentre Jimmy cerca
di sostenere il ragazzo, dall'altro si nota chiaramente come la piccola Dylan
(Kyla Kennedy) sia quella più stabile e più forte della famiglia, almeno in
apparenza. A questi cinque pazzi, si unirà ben presto un omone di colore,
Kenneth (Cedric Yarbrough), scelto apposta da JJ per divenire il suo alter ego,
la sua voce narrante. JJ infatti è costretto a parlare con un marchingegno, che
tramite una lucina posizionata sul suo orecchio, riesce a puntarla verso uno
schermo attaccato alla sedia a rotelle con cui va in giro. Attraverso la
lucetta indica lettere e parole e un altro deve leggerle per lui.
All'inizio
questo ruolo viene preso in carico da una signora con la voce troppo squillante
e JJ si rifiuta di avere accanto una persona con la voce così acuta, quindi lui
stesso decide che vuole Kenneth, il giardiniere dell'istituto, con la voce
calda e forte. Raccontare “Speechless” non è così semplice, perché bisogna
assolutamente viverla la serie. Una serie con l'incredibile capacità di non
evitare assolutamente gli stereotipi, anzi, ne fa diventare punto di forza,
marcandoli, sottolineando come la diversità crei problemi importanti fuori e dentro
casa, mettendo in risalto l'individualità della persona in maniera
intelligente, divertente, senza mai strafare, ma rimanendo sempre sensibili
all'argomento trattato. Non è da tutti, ma la ABC, grazie a Scott Silveri,
riescono nell'intento, stupendoci piacevolmente. Il cast assolutamente
impeccabile fa poi tutto il resto.
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