“Spleenless”
è il primo album di Alea, ovvero Alessandra Zuccaro, con copertina vintage. Dalle prime
note si capisce che la ragazza ha vissuto di musica sin da piccola,
grazie anche al padre, il musicista pugliese Giulio “Franco”
Zuccaro, che qui duetta con la figlia in un brano. Già Puglia
Sound si era accorta di lei e adesso il nuovo lavoro: Alea parte osando ancora poco ma si notano già
le sue grandi potenzialità. La sua voce "clean" si perde tra musiche
che si avvicinano agli standard jazz, soul sempre misurati, strumenti
che formano una vera e propria orchestrina che la segue quasi sempre
di soppiatto. Invece è brani come “Amore cercato”, “Non c'è
pace” e “Cercando” che apprezziamo, perchè Alea ed i suoi
musici, tra cui l'arrangiatore e pianista Pasquale Carrieri, possono
liberarsi da vincoli e dare il meglio. In queste canzoni Alea si spoglia dei
vocalizzi pop e fa bene. Il disco è stato pubblicato per Luna Rossa
Records, mixato e masterizzato da Guglielmo Dimitri negli studi della
Corrado Production. Alla prossima, Alea.
“Never
better”: un’orchestrina accompagna la performance di Alea. Sembra
quasi un pezzo registrato live e questo è d’impatto, meno il tempo
scandito dalla batteria: “Ho paure, so che non ritornerò, ho
vergogne, so che non rimedierò…” è il bagaglio che ti porti
dietro. Il singolo del disco è arricchito da note create dalle
chitarre elettriche…
“Dentro
me”: “Libera come adesso e non viaggio e poi non posso ignorare
nè cedere al dolore che mi infrange il cuore…” un soul un po’
zuccheroso con una voce molto pulita con sax e tastiere un pò piano bar.
“Relais”:
vocalizzi jazz sui tasti bianconeri: “Distese a non finire qui
potrei anche morire ma non so cos'è che faccio qui”...
l'orchestrina risuona un sound standard con la tromba che si diverte
sinuosa e tutto diventa molto giocoso. Finale classic-soul.
“Musica”:
inno alla musica, la passione della cantante, belli i vocalizzi sulle note alte,
un pò meno la fioritura velatamente neomelodica. Un jazz ricco di
assolo di tromba che lo impreziosisce indubbiamente: “Senza di lei
mi manca il fiato e non canto più”.
“Amore
cercato”: il miglior brano del disco, tra l'italiano e il pugliese.
Alea canta con il padre, il musicista Giulio “Franco”
Zuccaro. Il pezzo mostra i colori del tango per poi virare verso il
Sud del mondo, attraversa le vie del Salento con la fisarmonica di Vince Abbracciante: “Ti ho cercato anche di
notte, al chiarore della luna, per le strade puglie strette nei
castelli e case rotte. Ti ho cercato dentro al sole nelle ombre
controvento nel profondo d'ogni mare ma le ferite continuano a
bruciare... amore cercato, amore mai trovato... voglio un amore pure
d'inferno e che mi bruci per l'eterno, meglio un amore pure d'inferno
che un deserto che ti asciuga lento” un'emozionante poesia, di
radici e sentimenti...
“Non
c'è pace”: sì “in verità c'è apatia” perchè il brano
inizia con un mood anni '80. Fortuna che si riprende nel chorus... il
soul scivola sulla tastiera distorta ed è su questi suoni che si
poteva puntare maggiormente: “Recitando l'allegria, il teatro è
casa mia, riscaldando i cuori altrui con un sorriso dolce che per me
non ho...”
“Miss
celie's blues”: Alea è a suo agio con un brano di Quincy Jones.
Vocina sensuale che spicca tra gli strumenti che leziosamente la
seguono, restando molto minimal. Finale accelerato non sopra le
righe...
“Motivetto”:
ci sono delle similitudini forti con “Egocentrica” di Simona
Molinari, più puramente jazzato, ma il paragone è inevitabile:
“Camminando sotto braccio e canticchiando il motivetto, incontrammo
un uomo solo e sulle spalle un contrabbasso ci seguì, si fermò, un
sorrisino ci donò e con il suo strumento il motivetto ci suonò”.
Il vero stupefacente è la musica...
“Cercando”:
la tromba sembra camminare sola per le strade affollate e nessuno
sembra accorgersi di lei, noncurante apre questo jazz: “Occhi che
che che... guardano una meta inarrivabile, inarrestabile”... altro bel
brano. Dove si osa di più, senza alcun dubbio Alea dà il meglio di sè così come i suoi
musicisti. Quindi meglio osare no?
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