Gazebo Penguins - Nebbia




L'amore ai tempi dei "Gazebo Penguins" o meglio "la crescita di un rapporto" che con "Nebbia" cambiano decisamente registro rispetto ai loro ultimi lavori. Un sound diverso, più avvolgente e ricercato, meno irruento ma non per questo meno d'impatto che ben si sposa con liriche più riflessive rispetto al passato, che fanno i conti per l'appunto, con la maturità di un rapporto amoroso, che inevitabilmente deve "crescere"... una fase di stasi, fatta di dubbi e incertezze, che dovrà portare a un cambiamento e che nel suo divenire è ben rappresentata nel titolo stesso e nella splendida copertina. Ne viene fuori un album sincero, diretto ma ricco di sfumature, da cantare a squarciagola... per trovare una nuova strada, una nuova luce... "per crescere"... oltre "la nebbia":
"Bismantova": solenne nell'incedere ritmico, evocativa nel suo dipanarsi con uno special strumentale suggestivo che vira su una marcia cadenzata: "mi sveglierò anche domani con la paura che posso fare a meno di te... resta ancora" 
"Nebbia": "per quanto si riesca a star soli prima o poi ti mancherò" la titletrack sempre proseguire "con un beat marziale" il finale di "Bismantova" che subito cresce d'intensità con l'entrata delle chitarre che regalano un interessante paesaggio sonoro prima dell'ottimo special: "pensavo di averti perso è la frase che non mi stanca mai"
"Febbre": la partenza è da ballad con buoni intrecci chitarristici in un mood sospeso con scorci psichedelici che prende vigore nella seconda parte con l'entrata della batteria: "di che colore è il mondo di che colore sei tu?"
"Soffrire non è utile": strofa d'impatto, ponte dilatato, ritornello trascinante, una perfetta pop song: lo scriverò sui borderò ma a volte consola rovinarsi il fegato"
"Scomparire": botta punk iniziale per rallentare opportunamente con la chitarra a punteggiare, prima di ripartire: "se tardi ad arrivare comincerò a sparire non chiedermi perché"
"Fuori porta": intermezzo strumentale con la sezione ritmica che la fa da padrone e un finale a tinte noise
"Porta": si riparte con un bel pezzo rock punk di sicuro impatto: "rimpiango di non amarti quel tanto che basta per perdonare i tuoi sbagli in un giorno che lacrima"
"Atlantide": come sound sembra il proseguimento della traccia precedente con una vena malinconica in più e e con maggiori sfumature nel ritornello: "la città perfetta non sarà mai la città protetta la città in cui perdersi"
"Pioggia": incedere ipnotico, atmosfera da "sfida western" e derive psichedeliche prima dell'ennesimo emozionante special: "in queste serie di pioggia guidare solo per andare lontano continuo a vederti in ogni auto che incrocio per strada mi chiedo se rientrato a casa dormirò sul divano in queste sere di pioggia capire che resto solo se resti con me"

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