“Goliath” parte fin da subito bene,
con una sigla, “Bartholomew” dei The Silent Comedy, perfettamente
adeguata a questo legal-thriller drama politicamente scorretto nato
da un'idea di David Kelley (“Chicago Hope”, “Ally McBeal”) e
Jonathan Shapiro e che riporta in tv un grande attore come Billy Bob
Thornton, che per la parte in questione ha vinto due mesi fa il
Golden Globe come migliore attore in una serie drama e che
inevitabilmente ci porta alla memoria l'indimenticato Lorne Malvo di
“Fargo”. Le diversità di fronte alla legge sono le tematiche
affrontate dalla prima stagione di “Goliath”, uno show che
risulta sicuramente audace dal punto di vista del linguaggio e della
narrazione, ma che nel racconto è un po' convenzionale.
Billy
McBride, interpretato dal suddetto Thornton, è un avvocato caduto in
disgrazia con problemi di alcol che viene contattato per un caso che
potrebbe finalmente riportarlo su piazza. Lasciato dalla moglie,
l'uomo vive in un motel fatiscente, perseguitato dalla figura del suo
ex socio, Donald Cooperman, interpretato niente meno che dal premio
Oscar William Hurt, che qui interpreta un uomo senza scrupoli - una
specie di “Due Facce” del mondo DC Comics - con il quale avevano
uno studio legale famosissimo, il Cooperman & McBride. Sfigurato
in viso, l'uomo vive praticamente recluso in casa e prova un odio
viscerale per il suo ex socio e cospira vendetta. Un giorno McBride
viene contattato per un caso archiviato due anni prima come suicidio,
ma nuovi indizi riaffiorano ed il protagonista, convinto nella
veridicità delle parole della moglie dell'uomo presumibilmente
ucciso, si ritroverà a combattere contro lo studio del suo ex socio
che assiste all'udienza tramite una telecamera nascosta.
Patty
Solis-Papagian (Nina Arianda) è un'avvocatessa che chiede aiuto a
Billy proprio per cercare di portare il caso verso un patteggiamento,
ma Billy non vuole patteggiare e da lì partirà una difficilissima
causa in cui vengono in contrasto due avvocati piccoli ed in evidente
difficoltà, contro un potentissimo studio legale, una specie di
Davide contro Golia, dove quest'ultimo sembrerebbe avere sempre la
meglio. Ma sarà davvero così? Ad accompagnare i due grandi attori
protagonisti c'è un parterre di donne, attrici assolutamente in
gamba e perfetta per i ruoli assegnati, come Maria Bello che
interpreta l'ex moglie di Billy, Michelle, ora passata alla parte
“oscura”; Olivia Thirlby che da il volto a Lucy Kittridge,
avvocatessa alle prime armi che si ritrova a gestire un caso troppo
grande per la sua poca esperienza e che toglie inizialmente il posto
a Callie Senate, interpretata da Molly Parker, avvocato con invece
molta gavetta alle spalle che non accetterà di buon grado il
passaggio di testimone; ed infine Brittany Gold, interpretata da
Tania Raymonde, prostituta amica di Billy che cerca con difficoltà
di redimersi, nonostante si ritrovi coinvolta suo malgrado nella
causa suddetta.
La cornice attoriale è molto più ampia, ma
risulterebbe improbabile elencare tutti in questa occasione. Una cosa
è certa il cast è il vero punto di forza di “Goliath”, insieme
a dei dialoghi e ad una regia sempre marcati e precisi. Punti deboli
invece coinvolgono la trama poco originale e una mancanza che un po'
ci stupisce e che avrebbe invece fatto bene alla sceneggiatura:
raccontare il passato tra i due ex soci in modo tale da farci capire
come si è arrivati all'odio reciproco, motore pulsante della trama
di base. Forse però ci verrà raccontato qualcosa in più nella
seconda stagione, perché anche se “Goliath” era partita come
mini-serie, visto il successo, è stata invece rinnovata da Amazon.
Alla fine della fiera possiamo dire che pur non essendo una serie
perfetta, “Goliath” è sicuramente da seguire anche solo per
vedere all'opera due incredibili attori come Thornton e Hurt.
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