“John
Wick il migliore, il mito, la leggenda”
“John
Wick è uomo di grande concentrazione, grande combattività e grande
forza di volontà”
“Buona
caccia Mr Wick”
“Una volta ha ucciso tre uomini in un bar con una matita”
Tutto
si dice di “John Wick”: arrivato al secondo capito, il film di
Chad
Stahelski,
incassa milioni al botteghino e divide la critica. La storia si
partiva da un ex sicario che per amore ha mollato la sua “mission”.
Già, perchè il
"rischio" è che sia proprio la perdita struggente di un
amore a muovere tutto, semplicisticamente, ma questo rende il
personaggio "schiavo della vendetta" che è il leitmotiv.
Il suo volto è interpretato dal meno imperturbabile del solito Keanu Reeves, che ha trasformato il suo Jonathan in un business anche
a livello di merchandaising. Rispetto al primo, dove era la vendetta a
senso unico e lo “sparatutto” ad essere i protagonisti – con
una buona dose di effetti speciali e nuove mdp – il sequel si
immerge in quasi due ore (troppe) in una narrazione meglio costruita.
E' vero che il film paga tanto lo scotto di una prima parte lunga,
lenta e “muta”, ma la seconda è decisamente di livello per il
genere d'azione, d'altronde si tratta di muoversi in delle “regole”
perchè “senza vivremo come gli animali”.
E' in verità è un po'
il senso della storia che si erge su un sistema, quello dell'ordine
mondiale che ci governa. Scene surreali? Può darsi, ma non so quanto
ci piacerebbe sapere alcune verità sulla realtà in cui viviamo. Detto
ciò, le corse d'auto – rigorosamente stile cult anni '70 -, i
combattimenti alla Bruce Lee ma con l'abito buono, che ha segnato uno
stile, le pistolettate e le coltellate si concentrano nel promo (che
dura circa 15 minuti) nella parte centrale e nel finale... regole...
quelle che il sicario John Wick è pronto a rispettare per l'onore,
per i pegni ed i patti di sangue... ma qualcuno ha altri piani. Come
Santino D'Antonio che ha il volto di un Riccardo Scamarcio un po'
“pischello” rispetto a Reeves, che chiede al killer di uccidere
la sorella Gianna, una camorrista Claudia Gerini assolutamente nella
parte, per prendere il suo posto nei tavoli dell'ordine mondiale. Per
fare ciò si reca a Roma ed è qui che si scatenerà la furia di John
Wick.
In una Roma sacra e profana e molto dark – il film è stato
girato al
Grand Hotel Plaza, alla Galleria di Arte Moderna, agli Orti
Sallustiani, alle Terme di Caracalla e a Piazza Navona – Wick si
imbatterà in Franco Nero, lì più per citazione. Così come molto
intelligente è una chicca per tutti gli appassionati della trilogia
di Matrix: Laurence Fishburne, il Morpheus “amico” di Neo, dice a Wick: “Ci siamo visti molti anni fa, allora ero una pedina del
gioco...” e poi ancora: “Tutto vedo e tutto conosco”
alludendo proprio a Matrix. Ma alla fine, un film con delle regole,
che si inquadra in un sistema, con una costruzione come quella
descritta, non è proprio una matrice? Il finale del film chiarirà
questo concetto. Oltre che la lentezza della prima parte, i difetti e
i limiti del secondo capitolo, sono un fastidioso biascicare i
dialoghi (neanche nei film di John Wayne) è che tutta la carneficina
sembri normale: niente piedipiatti alle costole e persone che in
metrò assistono alle scene di violenza come se nulla fosse. Anche se
per il vero, realisticamente, ci scandalizziamo tanto quanto restiamo
impassibili a determinati fatti di cronaca.
Alcune scene invece, sono
davvero significative: la schiena tatuata di Reeves sotto la doccia è
una delle immagini-icona del film, il quasi nudo di Gerini in una
vasca, quella di Scamarcio tra le statue romane su sfondo nero, molto
molto elegante, del barbone, la lotta con una donna muta (come i non
dialoghi della prima parte), la scena al bar con Cassian (il
rapper-attore Common) sorta di bodyguard di Gianna che dice a Wick:
“Ti finirò presto”, risposta: “Grazie, farò altrettanto”.
Il finale sembra svelarci, ovviamente, che si prepara un terzo
capitolo, quindi un'altra trilogia per Reeves... “Ho finito ma...”
tornerà, perchè John Wick non può essere la pedina di un gioco ma
il gioco stesso.
Commenti
Posta un commento