“Siamo Killjoys, non assassini!”
“Ogni volta che riceverai una scatola
rossa avrai un compito da assolvere”
Dopo aver cominciato la visione di
“Killjoys” l'unica domanda che viene da porsi è: “Perchè?”.
Perché ad oggi produrre ancora queste serie tv piene di troppo ma
prive di tutto? Ovviamente stiamo parlando ancora della SyFy, che
stavolta alleata con la Space, network canadese, sforna una serie
decisamente poco credibile, un calderone di roba inguardabile, un
agglomerato di cose viste e riviste fino alla nausea: astronavi,
battaglie intergalattiche, pugni, lotte e stavolta per non farci
mancare nulla ci inseriamo pure il triangolo, il fratello galeotto e
i cacciatori di taglie, per riempire ancora di più il polpettone. I
Killjoys infatti sono, come anticipato, cacciatori di taglie che
viaggiano nell'iperspazio alla ricerca di svariati fuggitivi, mentre
una guerra sanguinolenta sta scombussolando l'universo. La serie è
arrivata in Italia lo scorso primo aprile, su Netflix, ed è stato proprio come
un pesce d'aprile, uno scherzo bello e buono.
In realtà però,
impossibile ma vero, il fantasy viaggia tra States e Canada già dal
lontano giugno 2015 e la prossima estate arriverà a quota 3
stagioni. Ma per raccontare ancora cosa? Non
c'è per il vero una risposta valida, visto che la serie dopo appena tre
episodi ha praticamente raccontato tutto, ma tant'è che Michelle
Lovretta, ideatrice dello show, riesce ancora a convincere più i
canadesi che gli statunitensi e a farsi rinnovare uno show
assolutamente discutibile, tanto per usare un eufemismo. Effetti
speciali di venti anni fa, trama carente, protagonista femminile
mono-espressiva, personaggi stereotipati e momenti in cui sembra di
stare su Dynasty e non in piena guerra spaziale, ma a parte tutto
questo c'è qualcosa che si salva: i due protagonisti maschili. Fine.
Certo, ci dispiace anche parecchio vedere in questa veste attori come
Aaron Ashmore e Luke Macfarlane, che qui interpretano i fratelli (che
più diversi non si può) John e D'Avin Jaqobis, il primo il classico
compagno fedele e scanzonato, l'altro l'altrettanto convenzionale
bello e impossibile, tormentato e ricercato da mezzo sistema
planetario, ma banalità caratteriali a parte i due sono dei buoni
interpreti.
Ashmore, fratello gemello del più famoso Shawn, ha però
all'attivo parecchi ruoli da co-protagonista in serie come:
“Smallville” e “Veronica Mars”, mentre Macfarlane è stato
avvistato precedentemente in “Brothers and Sisters” e “The
Night Shift”. Stendiamo invece un velo pietoso sulla protagonista
femminile, tale Hannah John-Kamen che qui interpreta Dutch, killjoys
dal temperamento forte e autoritario che dovrà fare i conti con
delle scatole rosse che le vengono recapitate con dei compiti da
svolgere, prevalentemente indirizzate all'uccisione di questo o
quell'altro individuo senza saperne il motivo. Le scatole rosse sono
l'unica cosa accattivante di una trama che lascia decisamente a
desiderare. Alla fine “Killjoys” è un programma
d'intrattenimento per tutti coloro che non possono fare a meno di
fantascienza e spazio, tralasciando a prescindere la qualità.
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