Il
23-24-25 giugno torna in piazza il Lilith Festival a Genova e questa settima
edizione sarà la più trasgressiva di sempre, all’insegna della
piena libertà di espressione artistica. Intanto si va a scoprire pian piano la line up.
La
prima ospite annunciata è infatti la controversa artista, musicista,
videomaker e producer, Peaches, che si esibirà sul palco del Lilith
Festival 2017, in Piazza De Ferrari, nella serata del 25 giugno.
Peaches, nota per la sua attitudine provocatoria ed anticonformista
torna in Italia per presentare “RUB”, l’ultimo album
pubblicato a settembre 2015 con I-U- She Music.
Peaches ha
scritto alcuni tra i brani più sovversivi sui temi di corpo ed
identità sessuale degli ultimi vent’anni; debutta nel 1995 col
nome di Merrill Nisker (suo nome all’anagrafe).
Negli anni ha scritto e prodotto sei album di studio, collaborato con
numerosi artisti tra cui Josh Homme, Beth Ditto, Feist, Brian
O’Connor, Pink, Chicks On Speed e le sue canzoni sono presenti
nelle colonne sonore di film come “Mean Girls”, “Lost
In Traslation” e “Jackass Number Two”. Nei suoi
pezzi suona personalmente quasi tutti gli strumenti, crea la parte
elettronica e produce da sola i suoi dischi. La musica di Peaches è
incentrata sull’identità di genere e spesso gioca su questo,
cercando di abbattere le distinzioni sessuali elogiando
l’ermafroditismo.
“RUB”,
l’ultimo album di studio, risale al 2015 ed arriva a sei anni di
distanza dal precedente “I
Feel Cream”,
sei anni in cui l’artista canadese è stata impegnata in produzioni
teatrali e cinematografiche ed ha pubblicato il suo primo libro, anni
in cui Peaches ha
esplorato tutte le possibili strade artistiche. Arricchita da queste
nuove esperienze l’eccentrica artista è tornata in studio ed il
risultato, “RUB”,
è un audace passo sonoro della sua rivoluzionaria conversazione
musicale iniziata quindici anni fa.
“Dal
2000 ho pubblicato un album ogni anno, e poi l’ho portato in tour
per i due anni successivi”,
racconta Peaches.
“Dopo
10 anni senza sosta, ho avuto bisogno di un cambiamento, di dedicarmi
a nuovi progetti”.
Così è nato lo spettacolo teatrale "Peaches
Christ Superstar",
accolto con incredibile favore dalla critica.
Del
resto sin dal suo acclamato esordio del 2000 “‘The
Teaches of Peaches” l’artista
è stata impegnata a oltrepassare le barriere e i confini tra musica
elettronica, punk, hip hop e pop, guadagnandosi l’attenzione del
mondo musicale, e cinematografico. Anche il seguito “Fatherfucker”
che affrontava i temi di identità sessuale e politica gender è
stato un album rivoluzionario, e così il suo successivo acclamato
“Impeach
my Bush”
del 2006, urgente chiamata alla rivoluzione non solo musicale,
a cui hanno collaborato artisti del calibro di Joan Jett, Josh
Homme e Beth Ditto. Nel 2010 è stata la volta di “Peaches
Does Herself” opera
electro-rock che fonde gli elementi di tutti i suoi precedenti album,
e che si trasforma in un film nel 2012 presentato al Toronto film
festival e poi proiettato in più di 60 festival intorno al mondo.
In
seguito Peaches si è unita al tour della “Yoko
Ono’s Plastic Ono Band” e si è dedicata a collaborazioni
con Major Lazer, Le Tigre, REM, e altri. Tutto questo periodo è
stato documentato splendidamente nel libro ‘What Else
Is In The Teaches Of Peaches” una collezione di foto di Holger
Talinski.
Ed
è proprio alla fine di queste numerose esperienze che
inizia ”RUB”, nel
2014, quando Peaches decide
di tornare nel suo garage-studio di Los Angeles, piena di entusiasmo
e idee, per iniziare un anno intero di lavoro con il collaboratore di
lunga data Vice Cooler. Il nuovo album vede la collaborazione
di Kim Gordon e Feist,
ma è un album che esprime l’essenza di Peaches come
mai prima, un album che si interroga sui temi del piacere, del
potere e del dolore da un punto di vista femminista, con la sua
oramai nota attitudine punk. Un album in puro stile Peaches in
cui anche la parte visual viene curata dall’artista che realizza
dei video fortemente politici e trasgressivi che hanno suscitato non
poche discussioni.
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