Il ritorno di "Renzo Rubino" con "Il gelato dopo il mare" è l'ennesima conferma di uno dei talenti più puri nel panorama cantautorale italiano. Raffinato, elegante, capace di emozionare, senza mai risultare ridondante anzi diretto e spesso complice, rispettando "la tradizione" ma andando decisamente oltre, grazie anche ad arrangiamenti sontuosi ed assolutamente efficaci che "travalicano i generi". Dopo il breve intro di "Fiabe" l'album si apre con un trittico che potremmo definire "pop" per citare uno dei suoi brani più noti che è decisamente irresistibile: "La vita affidata all'oroscopo della gazzetta": "più che una favola bella è una favola vera" ha un mood circense, il nostro usa il parlato, con rime incisive per un ottimo ritornello che ricorda Lucio Dalla e non è un caso, infatti si continua con "Cosa direbbe Lucio": "sono Sconsolato non so più che cosa dire mi hanno tolto tutte le parole eppure è venuta fuori un'altra canzone" ariosa, blueseggiante, con la melodia al potere, orchestrale coi fiati sugli scudi, un tripudio di gioia e ironia omaggiando appunto Dalla. "Lalala": il primo singolo estratto è la pop song definitiva, pianoforte portante su cui far uscire il lato popolare tra poesia/nostalgia con tocchi di ironia: "il prosciutto crudo è lalala, il pensiero radical chic quasi mai è lalala". La successiva "Giungla": "magari madre natura ci potrà perdenare" dall'incedere marziale, con atmosfere oscure e complici nello stesso tempo, ottimo l'arrangiamento coi fiati ancora protagonisti spezza in un certo qual modo il mood iniziale dove era la leggerezza in certo qual modo a farla da padrona e spalanca le porte per "Colpa del tempo": "la mia follia si chiama aspetterò da quando le tue guance rosse mi tradirono" romantica e decadente, alla Morgan che ricerca la canzone d'autore di Bindi e Endrigo, nel senso che è il brano che Morgan vorrebbe scrivere oggi: "colpa di quanto è finito il caffè colpa del tempo che si è divorato un minuto di più quel minuto eri tu" è uno dei brani più intensi e poetici dell'album. E' la volta de "Il segno della croce": "si dice ti amo da impazzire ti amo da morire invece fa star bene ti amo da star bene" sospesa e sinuosa, tra divagazioni psichedeliche in una coda ricca di pathos. "Superinutile": "e sorriderò ti sconfiggerò con il mio essere goffo ti conquisterò" filastrocca, dal crescendo di pathos che si stempera nella leggerezza amara del ritornello: "amo tanto la neve che copre i ricordi come le foglie sintetiche di Natale sintetiche come i parenti". "Ridere": "sei la bella copia di noi due sei il successo che non c'è" ballad d'autore d'antan, dalla melodia non proprio originale nella strofa: "Affezionato alle ammaccature come le rughe che sono la mappa il disegno del mio nome"."Sbatto la testa": "perchè un bacio tuo vale di più stammi vicino perchè io sto meglio se sbaglio con te" marcetta ad ampio raggio melodico, suggestiva nelle sue pause e nei suoi crescendo."Margarita": "amore mio ti sposo e lo dico anche a Dio" ritmo latino e melodia per finale popolare, alla Capossela."Pregare": "credevo di essere fatto soltanto da un pezzo i giorni mi hanno cambiato senza il permesso" classic ballad per piano e archi dove può valere il discorso fatto precedentemente per "Colpa del tempo" chiude "Il gelato dopo il mare" in maniera egregia.
Il ritorno di "Renzo Rubino" con "Il gelato dopo il mare" è l'ennesima conferma di uno dei talenti più puri nel panorama cantautorale italiano. Raffinato, elegante, capace di emozionare, senza mai risultare ridondante anzi diretto e spesso complice, rispettando "la tradizione" ma andando decisamente oltre, grazie anche ad arrangiamenti sontuosi ed assolutamente efficaci che "travalicano i generi". Dopo il breve intro di "Fiabe" l'album si apre con un trittico che potremmo definire "pop" per citare uno dei suoi brani più noti che è decisamente irresistibile: "La vita affidata all'oroscopo della gazzetta": "più che una favola bella è una favola vera" ha un mood circense, il nostro usa il parlato, con rime incisive per un ottimo ritornello che ricorda Lucio Dalla e non è un caso, infatti si continua con "Cosa direbbe Lucio": "sono Sconsolato non so più che cosa dire mi hanno tolto tutte le parole eppure è venuta fuori un'altra canzone" ariosa, blueseggiante, con la melodia al potere, orchestrale coi fiati sugli scudi, un tripudio di gioia e ironia omaggiando appunto Dalla. "Lalala": il primo singolo estratto è la pop song definitiva, pianoforte portante su cui far uscire il lato popolare tra poesia/nostalgia con tocchi di ironia: "il prosciutto crudo è lalala, il pensiero radical chic quasi mai è lalala". La successiva "Giungla": "magari madre natura ci potrà perdenare" dall'incedere marziale, con atmosfere oscure e complici nello stesso tempo, ottimo l'arrangiamento coi fiati ancora protagonisti spezza in un certo qual modo il mood iniziale dove era la leggerezza in certo qual modo a farla da padrona e spalanca le porte per "Colpa del tempo": "la mia follia si chiama aspetterò da quando le tue guance rosse mi tradirono" romantica e decadente, alla Morgan che ricerca la canzone d'autore di Bindi e Endrigo, nel senso che è il brano che Morgan vorrebbe scrivere oggi: "colpa di quanto è finito il caffè colpa del tempo che si è divorato un minuto di più quel minuto eri tu" è uno dei brani più intensi e poetici dell'album. E' la volta de "Il segno della croce": "si dice ti amo da impazzire ti amo da morire invece fa star bene ti amo da star bene" sospesa e sinuosa, tra divagazioni psichedeliche in una coda ricca di pathos. "Superinutile": "e sorriderò ti sconfiggerò con il mio essere goffo ti conquisterò" filastrocca, dal crescendo di pathos che si stempera nella leggerezza amara del ritornello: "amo tanto la neve che copre i ricordi come le foglie sintetiche di Natale sintetiche come i parenti". "Ridere": "sei la bella copia di noi due sei il successo che non c'è" ballad d'autore d'antan, dalla melodia non proprio originale nella strofa: "Affezionato alle ammaccature come le rughe che sono la mappa il disegno del mio nome"."Sbatto la testa": "perchè un bacio tuo vale di più stammi vicino perchè io sto meglio se sbaglio con te" marcetta ad ampio raggio melodico, suggestiva nelle sue pause e nei suoi crescendo."Margarita": "amore mio ti sposo e lo dico anche a Dio" ritmo latino e melodia per finale popolare, alla Capossela."Pregare": "credevo di essere fatto soltanto da un pezzo i giorni mi hanno cambiato senza il permesso" classic ballad per piano e archi dove può valere il discorso fatto precedentemente per "Colpa del tempo" chiude "Il gelato dopo il mare" in maniera egregia.
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