“Ciao, sono Hannah, Hannah Baker. Non
provare a sistemare il dispositivo che stai usando per ascoltare.
Sono proprio io, in stereo. Nessun ritorno in scena, nessun bis e
assolutamente nessuna richiesta, questa volta. Prenditi da mangiare,
mettiti comodo. Perché sto per raccontarti la storia della mia
vita”.
Una vita raccontata in 13 episodi (che
diventeranno probabilmente 26) tante quante le musicassette che la
ragazza, Hannah Baker (Katherine Langford), lascia a Clay (Dylan
Minette) dopo il suo suicidio, nelle quali racconta ciò che è
realmente successo nelle settimane prima quella scelta drastica.
Questo l'incipit di “Tredici. Th1rteen R3asons Why”. Clay e
Hannah sono semplici adolescenti, lui ama lei, lei sembra interessata
ad altre cose e ad altri individui, pestando il suo cuore, almeno in
principio. Tutto parte dal giorno in cui Clay trova un pacco davanti
casa sua che contiene 13 musicassette nelle quali la ragazza spiega i
tredici motivi che l'hanno spinta a farla finita. A poco a poco il
ragazzo si rende conto di quanto non conoscesse Hannah e di quanti
segreti lei ed alcuni suoi compagni gli hanno sempre celato.
Tra
sotterfugi e rancore si espande una storia sorprendentemente forte e
vera, con flash-back continui che riaffiorano dalla mente dello
stesso Clay o da quelle musicassette ormai diventate molto preziose.
Basata sul romanzo dello scrittore Jay Asher, rivisitata per la tv da
Brian Yorkley e diretta dal premio Oscar Tom McCarthy, “Tredici”
è una serie molto attuale, che mette in scena gli adolescenti di
oggi, con i loro problemi che sembrano insormontabili, il bullismo,
le amicizie tradite ed i primissimi approcci con l'altro sesso. La
prima inquadratura è quella dell'armadietto di Hannah, dove i
compagni hanno affisso una serie di messaggi che la ricordano e da lì
si propaga a macchia d'olio, con la voce della stessa che narra in
maniera fredda e distaccata ciò che è accaduto. Ed il bello sta
proprio nel fatto che non c'è nulla di sovrannaturale nella voce
della ragazza, lei non ci parla dall'aldilà, come avveniva ad
esempio per Mary Alice di “Desperate Housewives”, no, la voce di
Hannah ci arriva dal passato, da quelle registrazioni su cui ruota
tutta la storia.
Il viaggio di un'adolescente come molte altre parte
da umiliazioni e speranze disilluse, da esperienze orribili ad
affetti smarriti, il tutto col volto di una giovane attrice che
riesce benissimo nell'intento di trasportarci all'interno di una
storia così cruda e forte, anche se è Dylan Minette il vero punto
di forza di un cast particolarmente giovane, perché riassume nel suo
viso tutto il disagio e la frustrazione maturati in quelle settimane
prima della fine di tutto. Nel cast emerge anche una splendida Kate
Walsh (“Private Practice”), imbruttita, struccata, straziata
dalla morte inaspettata della figlia, con quel senso di colpa che la
colpisce come un pugno allo stomaco del “non ho fatto tutto ciò
che avrei potuto fare come madre”.
Certo, forse la presenza delle
musicassette in una serie del 2017, tra smartphone ed ipod è una
scelta un po' azzardata, perfino trovare un mangianastri portatile
diventa un po' strambo, ma questo non esaurisce l'interesse che si
crea intorno alle figure di Hannah e Clay e alla bellissima storia
messa su da “Tredici. Th1rteen R3asons Why”. E grazie sempre alla
Netflix che lo scorso 31 marzo ha divulgato quest'altro piccolo
gioiellino seriale di non poco valore, che si va ad unire a
precedenti produzioni di qualità eccellente per un continuo esempio
che unisce successo e qualità.
Personaggi e doppiatori:
Clay Jensen (Renato Novara)
Hannah Baker (Martina Felli)
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