“La cosa migliore, l'unico aspetto
positivo dello stare in prigione, è il sollievo. Non ti preoccupi
più di non farti prendere perché ti hanno già preso. Il domani non
può farti nulla che oggi non sia già riuscito a farti”
Parte da una sigla d'apertura
bellissima la nuova serie della Starz “American Gods”, iniziata lo
scorso 30 aprile sul canale statunitense ed approdata in Italia il
giorno dopo su Amazon Video. “American Gods” non è una serie
come le altre, su questo non ci piove: il primo episodio è
completamente confusionario e manda in tilt il cervello, ma a poco a
poco si comincia ad entrare nel mood di questa serie tratta dal
romanzo omonimo di Neil Gaiman, mentre a rivisitarlo per la tv ci
hanno pensato Bryan Fuller (“Hannibal”) e Michael Green
(“Smallville”, “Heroes”). Mancano 5 giorni al ritorno a casa,
ma 76 ore prima del suo rilascio, Shadow (Ricky Whittle) scopre che
la moglie è venuta a mancare a causa di un incidente d'auto.
Da qui
partono le avventure di questo uomo di colore che viene rilasciato in
anticipo a causa della morte della sua amata moglie Laura (Emily
Browning). Durante un particolare viaggio in aereo l'uomo fa la
conoscenza di un uomo misterioso, un certo Mr. Wednesday (Ian
McShane), che sembra molto informato sulla vita del protagonista e
che dopo una breve chiacchierata gli propone di lavorare per lui come
guardia del corpo. Tenetevi forte perché è da qui che la trama,
fino a questo momento apparentemente a cavallo tra crime e drama, si
trasforma diventando a tutti gli effetti un fantasy, perché
Wednesday è in realtà un Dio scandinavo, che si trova negli Stati
Uniti alla ricerca di divinità camuffate da esseri umani.
Inizialmente Shadow non accetterà, ma dopo aver scoperto che la
moglie lo tradiva col suo migliore amico e la moglie di quest'ultimo
ci prova con lui, di certo cambierà visione del mondo.
In un “testa
o croce” continuo, nel quale un moneta, che compare spesso dal
nulla, sembra la vera protagonista dello show, l'uomo comincia ad
avventurarsi in un ambiente molto particolare. Ma la moneta è solo
una delle stranezze della serie, dove possiamo trovare esplosioni di
sangue, vagine giganti, morti che resuscitano come se ci trovassimo a
Gotham City, robe che non si vedono tutti i giorni insomma. La stampa
statunitense ha accolto molto bene la serie, tanto da spingere la
Starz a rinnovarla subito per una seconda stagione augurandosi di
poter tornare ad avere una delle sue serie tra i nominati dei
prossimi Emmy Awards. A nostro avviso lo show è molto strano e fin
troppo ambizioso, si vede proprio che Green e Fuller hanno voluto
puntare tutto su un pubblico di nicchia e sulla critica.
Di certo gli
effetti visivi sono la cosa più forte e d'impatto e portano la serie
ad un livello molto elevato. Però dobbiamo pure dire che “American
Gods” ha anche un'ottima colonna sonora e un cast praticamente
perfetto, ma pecca notevolmente nella narrazione, che oltre ad essere
molto confusionaria, come abbiamo detto, vive anche di toni bassi
e lenti. Gli istanti però di lucidità, di azione e stramberia,
portano un notevole guizzo ad una serie che comunque risulta molto
originale e decisamente di alto livello. Certo è facile abbandonare
“American Gods” subito dopo il primo episodio e scoraggiarsi di
fronte all'insensatezza di ciò che stiamo guardando, ma quando si
cominciano ad unire i puntini ci si potrebbe appassionare seriamente
alla storia di Shadow Moon, fulcro di tutta la storia.
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