E' online "LA FINE DEI SOSPIRI
(Beirut Remix)", il nuovo video di Assalti Frontali girato in Libano
da Marcello Saurino, lungo le strade di Beirut,
Tripoli del Libano, Al Mina. Le scene sono state riprese durante il
Laboratorio rap "Hip Hop 4 Peace" che gli Assalti hanno tenuto a
Bab et Tabbaneh, quartiere a 30 km dalla Siria, con i ragazzi libanesi e
siriani rifugiati. "La fine dei sospiri" è il quarto estratto
dal nuovo disco di Assalti Frontali, “Mille Gruppi
Avanzano” (Daje Forte daje / Goodfellas), uscito il 25 novembre
scorso.
Il video "LA FINE DEI
SOSPIRI (Beirut Remix)":
La canzone è prodotta da Bonnot
(versione originale tratta dal disco “Mille Gruppi Avanzano”). In questo
“Beirut Rmx” è arricchita dalla voce di Emad Shuman cantante del gruppo Kabila.
L’incontro tra Assalti e Emad è avvenuto a Beirut durante il concerto che
la band romana ha tenuto allo Zico House, in quell’occasione Emad salì sul
palco a cantare insieme agli Assalti proprio durante “La fine dei sospiri”
ispirato dal ritmo e la melodia del pezzo. Dopo quel concerto è nata
l’idea di fare il Rmx insieme.
Il Laboratorio di Rap “Hip Hop 4
Peace” faceva parte del progetto europeo “Singing for peace” ed è
stato raccontato, con un servizio, da Rolling Stone (marzo 2017) e dal TG3
nazionale.
Link al servizio del TG3 NAZIONALE
(FUORI LINEA) del 19 marzo 2017: http://www.raiplay.it/video/2017/03/TG3-Fuori-linea-276f22e8-d628-4f06-85a0-b703238a62c3.html
MILITANT A SPIEGA LA CANZONE E IL
VIDEO:
A
volte la vita sembra una montagna da scalare, tutto appare difficile e
impossibile, il mondo segnato da ingiustizie che la fanno da padrone… ma poi
basta mettersi all’opera, fare qualcosa di concreto, con le mani, e i sorrisi
arrivano, le cose cambiano… la musica può tutto… l’abbiamo sempre saputo e in
Libano abbiamo visto coi nostri occhi che in certe situazione critiche proprio
il canto e il ballo sono un chiaro messaggio di gioia e di vita, di comunità,
un messaggio che può sconfiggere le guerre, allontanare i fondamentalisti e
creare un nuovo mondo.
“Noi
vogliamo fare il rap” c’hanno detto quei ragazzi e per questo siamo partiti,
siamo andati a conoscerli e ora sappiamo che loro hanno bisogno di noi come noi
di loro.
Il
video è girato nel quartiere di Bab et Tabbneh, il quartiere che ci ospitava,
ci siamo ritrovati in una zona che sembrava un campo di battaglia, gli edifici
crivellati di colpi, le finestre allargate dalle bombe, all’inizio c’era
pochissima gente per strada, i segni di vita umana erano le parabole
satellitari, i panni stesi, qualche bambino si affacciava e tornava subito
dentro casa.
La
strada principale del quartiere si chiama “Syriastreet” o “Rue du Syrie” ed è
la linea del fronte, da una parte la zona sunnita, dall’altra gli alawiti,
dietro partiti e movimenti religiosi che si combattono e si arricchiscono sulla
pelle di questa gente. Chi sta coi ribelli, chi con Assad, è tutto un quartiere
in stato di povertà che si fa la guerra da quarant’anni con milizie, comandanti
militari, affiliati, morti ammazzati, eppure hanno in comune la stessa acqua
sporca, la stessa aria inquinata, la stessa terra distrutta.
“Grazie
che siete venuti” c’hanno detto gli abitanti del posto, “qui non viene mai
nessuno, qui stiamo cercando di dare una nuova foto di questi posti, sono
crivellati di colpi, sono massacrati, ma noi non amiamo la guerra, noi siamo un
popolo per la pace».
Da
un po' di tempo i ragazzi che prima si combattevano e vendevano motorini per
comprarsi Kalashnikov, stanno cercando di fare musica insieme, teatro, aprendo
locali in comune.
Una
nuova generazione sta dicendo “Basta!”, sta inaugurando una fase di conciliazione
e ha bisogno di crescere.
«Non
fotografate nessuna postazione militare, né soldati, né gente armata e non date
mai la mano in pubblico alle donne, nemmeno per un saluto» si erano
raccomandati gli organizzatori del viaggio. Nella retrovia della guerra è tutto
un azzardo, stare insieme, ballare, cantare, la direttrice del centro culturale
che ci ha invitato ha fatto tanto per conquistare la fiducia delle comunità e
non voleva fare passi falsi. Ma poi, dopo tre giorni insieme, dopo il concerto finale,
le donne col velo, le mamme dei ragazzi, che prima non potevamo avvicinare per
paura di chissà cosa, le abbiamo visto che urlavano dalla gioia, alzavano le
mani al cielo, venivano loro ad abbracciarci, a fare selfie, a
dirci: «Grazie per aver fatto stare bene i nostri figli, per averli fatti
sentire importanti». Grazie a voi di esistere, nuove stelle del Libano.
ASSALTI
FRONTALI
“MILLE GRUPPI AVANZANO”
data
uscita: 25 novembre 2016
(Daje
Forte daje / Goodfellas)
“Mille Gruppi Avanzano” è il nono album
di inediti di Assalti Frontali, una delle band che ha fatto la storia dell’hip
hop in Italia. Nel 1991, con “Batti il tuo tempo”, furono tra i primissimi a
cantare in italiano; da allora, una lunga carriera fatta di successi e migliaia
di fan, di rime taglienti e sempre attuali, consapevolezza, impegno politico e
coerenza, che ha portato Assalti Frontali ad essere uno dei gruppi più
importanti della penisola. “Mille Gruppi Avanzano” esce a quattro anni
dall’ultimo disco, “Profondo Rosso”: al rap Militant A, alla seconda voce Pol
G, alla produzione musicale Bonnot.
WU
MING 1 parla di "Mille Gruppi avanzano", il nuovo Cd di Assalti
Frontali:
“Mille
Gruppi Avanzano”. Vuol dire tante cose, nuovi conflitti stanno nascendo, nuovi
movimenti in tutto il mondo, ma anche nuove band, nuove crew, nuove compagnie
di amici, legami forti. Vuol dire vivere diverse realtà ma poi andare avanti
insieme.
“Le
strade sono cambiate”, cantano gli Assalti, sono cambiate in meglio, alcune,
altre sono cambiate in peggio, per la gentrification, per la cementificazione.
E’ cambiato il contesto in cui gli Assalti iniziarono; è cambiata la
composizione etnica di molti quartieri d'Italia e d'Europa, nei pezzi e nella
loro storia c'è il continuo sforzo di non avere uno sguardo eurocentrico,
bianco. “Non sto nella mia pelle” descrive l'entusiasmo di fronte alla vastità
e ricchezza dell'universo, del mondo.
Qui
dentro troverete mille canti di diversità e liberazione compressi in un pugno
di canzoni. Non troverete “mica l’inno di Mameli” o simili fetecchie, non si
cede ai nazionalismi, ai sovranismi e anche peggio. Questo non è uno di quei
dischi che trovate all'Ipercoop o all'Esselunga, ma forse lo troverete al
“funerale” dell'Ipercoop o dell'Esselunga, lo troverete come colonna sonora…
Tracklist:
1. Mille gruppi avanzano
2. La fine dei sospiri
3. Io sono con te
4. Un uomo curioso
5. Il quartiere è cambiato
6. Faremo scuola
7. Il rap della costituzione
8. Spiaggia libera
9. H.15 corteo
10. Questo è uno spazio aperto
11. Asbesto
12. Il lago che combatte
13. In fondo al lago
Crediti:
Testi e Rap: Militant A
Secondo rap, Soul Voice, primo
consulente testi: Pol G
Musiche composte e arrangiate da:
Bonnot
Prodotto da Bonnot per Bonnot
Music
Registrato e suonato da Bonnot al
Bonnot Studio di Bergamo.
Produzione esecutiva: Assalti
Frontali per Daje forte daje rec.
Mixato da Gianni Condina
Mastering : Chris Athens (Austin,
Texas - USA)
“Il lago che combatte” prodotta e
suonata da Il Muro del Canto
Ufficio Stampa: Big Time - pressoff@bigtimeweb.it
- 06/5012073
Distribuito da Goodfellas
Artwork: Simone Doxe
Inoki Ness: feat. su “Mille Gruppi
avanzano” e “H:15 Corteo”
Mr. Nessuno: feat. su “H:15
Corteo”
Roxana e IllNano: feat. su “Questo
è uno spazio aperto”
M1: feat. su “Il quartiere è
cambiato” e “Faremo scuola”
Sista: Awa feat. su “In fondo al
lago”
Michele "De Maestro"
Ranauro: Piano in "Un uomo curioso".
Michela Podera: flauto in "Un
uomo curioso"
Christian "Tozzo"
Montanarella (linea 77): batteria su “Io sono con te”
Bonnot: Chitarre, Basso,
Pianoforte, Synths e Programmazioni
Gianni Condina: Programmazioni
addizionali
Grazie a:
Barbara Sciascia dell’INFN di
Frascati per aver ispirato la canzone “Un uomo curioso”
Wu Ming 1 per la consulenza sul
titolo
Gianluca detto Gianlu e Fabiano Di
Berardino per la consulenza sui testi
Giancarlo “Giancane” Barbati e lo
“Studio Mia progetto musica” di Roma per le voci di Roxana, IllNano e Mr.
Nessuno
La canzone “Il rap della
costituzione” è nata in un laboratorio fatto nella scuola “Iqbal Masih” di Roma
con il coro multietnico di bambini “Se…sesta voce”, grazie al maestro Attilio
Di Sanza e alla memoria della maestra Susanna Serpe
Commenti
Posta un commento