Dear White People (Netflix)


“Miei carissimi bianchi... Wow... ecco come ci si sente, eh? E non dubito che sentirsi ridotti a stereotipi basati su motivazioni raziali rappresenti un'esperienza nuova e devastante per alcuni di voi, ma c'è una differenza: le mie battute non provocano un tremendo numero di arresti tra i vostri giovani, ne rendono pericoloso per voi passeggiare nel vostro stesso quartiere. Le vostre invece si. Quando ci deridete, oppure ci umiliate, rafforzate un sistema già esistente... perché quando un poliziotto punta il suo fucile di fronte un uomo di colore, non vede mai un essere umano, ma una caricatura o un criminale. Un negro, un negro, un negro! Perciò no, non avete il diritto di indossare dei costumi di Halloween con appiccate sopra le nostre facce e chiamarla ironia o ignoranza. Non potete più!”


Da questa frase si capisce già molto di “Dear White People” - nuova fatica della Netflix, tratta dal film omonimo del 2014 - che racconta la lotta perenne tra bianchi e neri. E' una serie sicuramente polemica e politicamente scorretta, una serie dal forte impatto emotivo. E queste parole iniziali ci fanno riflettere, perché se è vero che oggi, nel 21° secolo, le cose sono molto cambiate rispetto a cinquanta anni fa, è vero pure che in fondo il razzismo esiste ancora anche nei semplici gesti di ogni giorno, nelle parole di alcuni politici, nella paura che lega la maggior parte della gente quando si abbina il colore della pelle ad un essere “poco di buono”. 


E le bellissime parole di Samantha White di “Dear White People” ne sono il chiaro esempio. Samantha, interpretata da Logan Browing, è una studentessa di una università frequentata principalmente da bianchi. Ma Samantha non è solo questo, Samantha è un'attivista, una ragazza di colore che ogni giorno si chiude nel box di una radio e inizia la sua trasmissione rivolgendosi a tutti quei bianchi che la denigrano e la fanno sentire “diversa”, iniziando sempre con un “Dear white people...”, come il titolo del programma stesso. Ma Samantha è solo la prima di una serie di personaggi che coinvolgono il mondo di questa serie antologica della Netflix. Ogni episodio – 10 in tutto in questa prima stagione – infatti mostra il punto di vista di un ragazzo diverso, conosceremo quindi, tra gli altri: il nerd dalla capigliatura sconclusionata Lionel (DeRon Horton), la bellissima Joelle (Ashley Blaine Featherson), ma anche il bianco Gabe (John Patrick Amedori). “Dear White People” però non è il classico teen drama buonista e perbenista, no, tutt'altro, è un dramedy dall'ironia pungente che non ha parole dolci per nessuno, a prescindere dal colore della propria pelle, perché in fin dei conti non sono solo i bianchi a guardare male i neri, ma tutto avviene in maniera reciproca e cattiva.


E' una serie potente, che ci fa riflettere e comprendere sul vero significato delle parole, su quanto, si, potremmo anche tutti fingere beatamente che tutto vada bene, possiamo fingere a noi stessi che gli altri sono razzisti, ma non noi, ma in fin dei conti se guardiamo negli occhi di Samantha, di Lionel o di Gabe, qualcosa di loro in noi potremmo ritrovarlo. Detto questo, possiamo però anche portare alla luce qualche pecca della show: dalla narrazione un po' lenta, al racconto forse un po' estremo e petulante, passando per il cast non sempre perfetto. Ma in fin dei conti “Dear White People” fa ciò che è chiamata a fare: protesta! Smuove le acque, punta svariate dita, attacca, non sta in silenzio e va adito alla Netflix di portare sempre in scena serie che spesso fanno molto discutere, che accendono i social network con critiche o lodi, come già successo ad esempio per “The OA” e “Tredici”.

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