Chi non si ricorda di “MacGyver”,
serie televisiva che tra il 1985 ed il 1992 teneva incollati milioni
di telespettatori nel mondo tra inseguimenti d'auto, salvataggi tra
le fiamme, uomini appesi alle ruote di un aereo, salti di metri verso
il nulla e chi più ne ha più ne metta? Ebbene, “MacGyver” è
tornato... purtroppo, aggiungiamo noi. Si, perché se trent'anni fa
vedere un certo tipo di effetti speciali e certe mosse super
pericolose in tv poteva anche funzionare, oggi come oggi, immersi
come siamo fino al collo di serie tv che fanno degli effetti visivi e
dei salvataggi ai limiti i loro punti di forza, come
“Hawaii Five-O” o “Scorpion”, tanto per citarne solo un paio,
ovviamente un'altra serie che ci racconta la stessa solfa rifiutiamo
categoricamente di continuare a seguirla.
Il reboot in questione
quindi fa fiasco sotto ogni punto di vista. “MacGyver” è di
certo una serie carina come passatempo estivo, ha fatto anche bene la
Rai a proporla da ieri sera e per le prossime settimane nei
palinsesti di un'estate che sarà come sempre sommersa dalle repliche
di film vecchi e stantii, ed è anche di certo una serie con degli
ottimi effetti speciali, una serie corale come centinaia di altre, ma
niente di più: dopo aver visto i primi episodi capisci che è come
riguardare sempre lo stesso in continuazione. Eppure, nonostante tra
l'altro gli ascolti non proprio idilliaci, la CBS ha deciso di
rinnovare questa sorta di “MacGyver” 2.0, per una seconda
stagione, come se non ne bastasse già una e fosse già di per se fin
troppo.
L'ideatore è sempre lo stesso del 1985, Lee David Zlotoff,
che anche stavolta ci racconta la storia di quest'uomo che non si
ferma davanti a niente e a nessuno, “il pericolo è il suo
mestiere”, in lotta perenne contro il tempo, che lavora per
un'organizzazione governativa statunitense segreta che si occupa di
salvare la vita delle persone in difficoltà, usando il suo genio ed
il suo infinito talento per risolvere problemi di qualsiasi sorta e
tipo. Insieme a lui, ad aiutarlo nelle missioni: il collega ed amico
Jack Dalton (George Eads), la nuova arrivata, genio informatico Riley
Davis (Tristin Mays) e l'amico di sempre e coinquilino di “Mac”,
Wilt Boxer (Justin Hires).
Il “MacGyver” invece di questa nuova
versione è interpretato dal giovanissimo Lucas Till, che ha già
lavorato molto al cinema in diversi film della saga degli “X-Men”
e per ultimo nella comedy “Monster Trucks” e che oggettivamente
fa del suo in un ruolo che non richiede chissà quale
interpretazione, ma Till continua a dimostrare di essere buon
interprete con un futuro davanti. L'incipit parte da una sparatoria,
nel quale il nostro eroe si salva per miracolo e nella quale invece
muore la sua amata fidanzata. Ma muore? No, ovviamente. Lei è viva e
vegeta e diventerà sua nemica. Banalità su banalità la serie si
snocciola con 21 primi episodi, troppi per raccontare il nulla.
Personaggi e doppiatori:
Angus MacGyver (Emanuele Ruzza)
Jack Dalton (Massimo Bitossi)
Riley Davis (Letizia Scifoni)
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