“La libertà ha un prezzo. Sono morto sette anni fa. Ho
lasciato un fratello, una moglie, un figlio. Ma i morti parlano, se ascolti.
Sono lì con te, provano a contattarti, cercano di dirti qualcosa perché non
tutte le morti sono uguali. Alcune sono vere, alcune sono una storia. La
domanda è: credi alla storia? L'uomo che è morto era chi credevi che fosse? I
morti parlano... se ascolti”.
Quanto ci è mancato “Prison Break”? Tanto. Perché come
“Prison Break” non c'è stato niente ne prima ne dopo e probabilmente mai ci
sarà. Una serie che è riuscita a congelare l'attenzione del telespettatore per
quattro stagioni senza mai scemare di intensità, di intenzione, di motivazione
ed ora a distanza di sette anni torna, e come sempre non delude. E con essa
sono tornati anche il mistero dei tatuaggi, gli origami, tutti i personaggi
cult che hanno sempre coinvolto il mondo della prigione più affascinante della
storia della televisione.
Senza spoilerare troppo cerchiamo di raccontare
l'incipit di questo gradito ritorno: sono passati esattamente nove anni
dall'ultima evasione avvenuta l'11 aprile del 2005 e Lincoln (Dominic Purcell),
fratello del più intelligente e forte Michael (Wentworth Miller) si è
nuovamente messo nei casini, inseguito da strozzini e gente che vuole
ammazzarlo. Un giorno bussa alla sua porta, appena uscito dalla prigione, T-Bag (Robert Knepper) – uno dei personaggi più amati della serie originale nonostante sia
sostanzialmente un violentatore e killer seriale – che gli consegna una busta
all'interno della quale c'è una foto di Michael, morto poco dopo la nascita del
figlio sette anni prima.
Dalla foto, che inizialmente viene reputata un
fotomontaggio, sembrerebbe che Michael si trova imprigionato ad Ogygia, un
carcere dello Yemen, paese nel quale è in corso una guerra civile. Arrivare lì
è quasi impossibile, ma Lincoln ci riesce grazie all'aiuto di un'altra nostra
vecchia conoscenza: C-Note (Rockmond Dunbar) che nel frattempo ha cambiato
vita, ma che si ritroverà controvoglia ad aiutare l'amico. All'arrivo del
fratello però, Michael, che ha anche cambiato nome, sembrerebbe non
riconoscerlo e lo caccia senza alcuna remora. Le urla di Lincoln non bastano e
le spiegazioni non arrivano. Nel frattempo Sara (Sarah Wayne Callies), grande
amore di Michael, si è risposata, ma la notizia che il padre di suo figlio
potrebbe essere ancora vivo, porterà la sua vita nuovamente in subbuglio.
Da
qui riparte ed in un concatenarsi di eventi in pieno stile “Prison Break”
cresce di episodio in episodio questa quinta stagione, immersa nell'adrenalina
pura: in nove episodi ne succedono di ogni e il ritorno in scena di “Prison
Break” non può farci altro che piacere, con il classico cast sempre perfetto,
sceneggiatura all'altezza dei predecessori, regia, fotografia e location sempre
ottime, il tutto immerso nel sudore, nella claustrofobia, nei misteri, nella
magia, nella capacità intuitiva tipica di una delle serie più accattivanti di
sempre. Paul Scheuring, creatore della serie, ha fatto intendere che potrà
esserci un seguito, ma probabilmente non nell'imminente futuro. Fatto sta che,
che sia il prossimo o tra altri sette anni, noi ci auguriamo che “Prison Break”
torni, perché di serie come questa non ce ne saranno mai abbastanza. In Italia
la quinta stagione arriverà sulla Fox in autunno.
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