Una doppia verità - The Whole Truth di Courtney Hunt


"Tutti i testimoni mentono"

"Pensi che la gente tema la prigione o l'iniezione fatale? No, teme di perdere la faccia"

"Sono questi i dettagli che confondono la giuria..." "La legge credette a Mike non ai fatti né alla legge"






La regista Courtney Hunt, nota più per i suoi cortometraggi, approda sul Grande Schermo con un cast di rilievo in "Una doppia verità - The Whole Truth". Keanu Reeves torna nei panni di un "avvocato del Diavolo" portandosi dietro la sua recitazione seria ed imperturbabile. Qui interpreta il legale Ramsey, che deve difendere un minorenne, Mike, amico di famiglia. Il film inizia proprio con il processo che vede imputato il ragazzo per aver ucciso il padre Boone - un austero Jim Belushi - ed aver ammesso l'omicidio. Interessante è che i fatti vengano raccontati dall'arringa dell'Accusa davanti la Giuria Popolare. Allora ci si aspetta quanto meno che i fatti vengano narrati, nella loro versione, dalla difesa. Invece non sarà così.
Inizialmente Ramsey non sa che pesci pigliare, sembra innervosito perchè il ragazzo non parla e si autoaccusa, tutte le prove sono contro di lui, allora si cerca una via per "salvare" il giovane. Ed escono fuori diverse verità. Ma anche "pressioni". Sin dalle prime battute si capisce che il ragazzo copre qualcuno, si sta prendendo una responsabilità più grossa di lui.

Quello che inizialmente sembra trattare il tema della legittima difesa, in realtà è solo il gioco delle tre carte, infondere nella giuria il dubbio che il presunto assassino sia vittima e che, senza troppo spoylerare questo thriller giudiziario, di fatto potrebbe esserlo. La storia procede per flashback, dove prende piede la figura della madre di Mike, Loretta Lassiter un'impotente Renée Zellweger.

La figura di Reeves/Ramsey va studiata a fondo, sin dall'inizio, perchè è la chiave che si incastra in ogni scena. E' lui che racconta in prima persona quanto è accaduto, come voce fuori campo, lui che si rivede nel giovane Mike, nella sua infanzia e adolescenza. Il film è troppo lento proprio per effetto del processo che si svolge in Aula e i flashback non aiutano molto. Di contro però, il finale riserva qualcosa di inquietante e vale la visione.









Commenti

Translate