“Volevo davvero che questo accadesse?
Accogliere questa razzista omofoba nel nostro vicinato solo per
sentirmi meglio con me stessa e con il mio corpo ben nutrito? Potevo
fare una cosa del genere solo per evitare di diventare la seconda
casalinga più grassa di Westport? … a quanto pare potevo...
eccome!”
“Sei così genuina” è senza alcun
dubbio la frase che Katie, protagonista “in carne” di “American
Housewife”, odia di più al mondo. Se la sente ripetere
continuamente in quel di Westport, quartiere super in, nel quale le
case sono praticamente perfette, i giardini impeccabili e le mamme
rigorosamente taglia 40, con i lori centrifugati verdi e le risate
finte. Lì in mezzo, in questo gruppo omogeneo e standardizzato, vive
una donna “robusta”, Katie Otto, interpretata da Katy Mixon, già
avvistata in “Mike & Molly”, che qui interpreta la moglie di
Greg (Diedrich Bader) e la madre di tre figli disastrati: Taylor (Meg
Donnelly), che sta crescendo adeguandosi alle ragazze del posto,
centrifugati inclusi, Oliver (Daniel DiMaggio), ragazzino tirchio che
pensa soltanto a come far soldi e Anna-Kat (Julia Butters), bambina
con la mania della pulizia e con diversi tic nervosi, motivo per il
quale la famiglia decide di trasferirsi in un quartiere non di certo
amato da Katie, per permettere alla piccola di studiare in una scuola
adeguata ai suoi problemi.
Da qui parte “American Housewife”, con un'altra famiglia americana protagonista e con una donna che cerca in tutti i modi di non far crescere i propri figli come le persone che la circondano e che tanto odia. Le uniche sue amiche sono altre due donne un po' emarginate, Angela e Doris, interpretate rispettivamente da Carly Hughe e Ali Wong, la donna di colore e l'asiatica, non proprio ben viste dal resto delle sofisticatissime donne del quartiere. L'incipit parte da un problema di enorme portata: la donna che abitava di fronte casa Otto si sta trasferendo ed era una delle tre donne più grasse della zona. Katie, con l'uscita di scena di quest'ultima diventerebbe quindi la seconda donna più cicciona di Westport, un disastro di livelli inimmaginabili. La donna farà di tutto per cercare di non far acquistare la casa ad una più magra di lei, ma dopo aver trovato apparentemente la donna giusta, scopre che quest'ultima è una razzista e omofoba di prima categoria, quindi sarà costretta a far scappare la donna fingendosi lesbica e baciando Angela.
In un simpatico concatenarsi di eventi che ci fanno conoscere la famiglia, con una caratterizzazione dei personaggi notevole, “American Housewives” scorre piacevole, diventando una comedy di compagnia, senza troppe pretese, una serie simpatica, carina, che sa di già visto, che qui e là ricorda la più simpatica ed intrigante “The Real 'Oneal”, ma che alla fine della fiera fa quello che è chiamata a fare: divertire. Ad ideare il tutto c'è Sarah Dunn, che mette su questa sit-com per la ABC, nata lo scorso 11 ottobre e che è stata rinnovata durante gli upfront di maggio per una seconda stagione, con degli ascolti non di certo eccellenti, ma nemmeno così tragici da spingere il canale a cestinare un prodotto che alla fine risulta un solito racconto familiare dai risvolti simpatici che fa compagnia, facilmente dimenticabile.
Da qui parte “American Housewife”, con un'altra famiglia americana protagonista e con una donna che cerca in tutti i modi di non far crescere i propri figli come le persone che la circondano e che tanto odia. Le uniche sue amiche sono altre due donne un po' emarginate, Angela e Doris, interpretate rispettivamente da Carly Hughe e Ali Wong, la donna di colore e l'asiatica, non proprio ben viste dal resto delle sofisticatissime donne del quartiere. L'incipit parte da un problema di enorme portata: la donna che abitava di fronte casa Otto si sta trasferendo ed era una delle tre donne più grasse della zona. Katie, con l'uscita di scena di quest'ultima diventerebbe quindi la seconda donna più cicciona di Westport, un disastro di livelli inimmaginabili. La donna farà di tutto per cercare di non far acquistare la casa ad una più magra di lei, ma dopo aver trovato apparentemente la donna giusta, scopre che quest'ultima è una razzista e omofoba di prima categoria, quindi sarà costretta a far scappare la donna fingendosi lesbica e baciando Angela.
In un simpatico concatenarsi di eventi che ci fanno conoscere la famiglia, con una caratterizzazione dei personaggi notevole, “American Housewives” scorre piacevole, diventando una comedy di compagnia, senza troppe pretese, una serie simpatica, carina, che sa di già visto, che qui e là ricorda la più simpatica ed intrigante “The Real 'Oneal”, ma che alla fine della fiera fa quello che è chiamata a fare: divertire. Ad ideare il tutto c'è Sarah Dunn, che mette su questa sit-com per la ABC, nata lo scorso 11 ottobre e che è stata rinnovata durante gli upfront di maggio per una seconda stagione, con degli ascolti non di certo eccellenti, ma nemmeno così tragici da spingere il canale a cestinare un prodotto che alla fine risulta un solito racconto familiare dai risvolti simpatici che fa compagnia, facilmente dimenticabile.
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