“Perché diventare un clown è la
cosa più importante per me”
Chip Baskets
- da qui il titolo “Baskets” - è un tipo abbastanza sfortunato
ed anche un po' triste, forse proprio per questo motivo ha scelto di
essere un Clown, come missione e passione di vita, perché tutti i
Clown in fondo sono un po' tristi. Dopo aver passato qualche mese in
una delle scuole di clowneria più prestigiose al mondo, in Francia,
Chip è tornato a casa, a Bakersfield, in California, una cittadina
anch'essa molto sconfortante e piatta. Tutto in “Baskets” è
piatto e triste, ogni cosa naviga su uno spesso strato di malinconia
latente che non porta di certo brio a questa comedy della FX,
arrivata alla seconda stagione e già rinnovata per una terza nel
quale Zach Galifianakis, lo stesso di “Una Notte
al Museo”, splendido nel ruolo da protagonista, è il motore su cui
ruota tutta la serie in questione. Ma anche se non fa ridere a
crepapelle la serie è qualitativamente splendida e meriterebbe molta
più attenzione nei premi più importanti. Ma torniamo alla trama...
Chip inizia a lavorare come clown (sottopagato) in un rodeo nella sua
deprimente città, dove si fa rincorrere e prendere a cornate dai
tori ogni giorno per 4 dollari l'ora, il tutto travestito da clown.
Ma la sfiga non lo molla un secondo e un giorno mentre viaggia sul
suo scooter francese viene aggredito da un ape che gli si infila
dentro il casco e lo fa andare fuori strada, spiaccicato
sull'asfalto. Rimasto sorprendentemente illeso, farà la conoscenza
della sua assicuratrice, una tipa altrettanto incolore come il resto
del paesaggio. Mentre la moglie, sposata in fretta e furia senza
amore, perché lei aveva bisogno di cambiare Paese e cittadinanza, fa
la bella vita da un'altra parte e con altri uomini, lui decide di
vivere in un residence fatiscente, lurido e isolato dal resto del
mondo, dove l'unica via d'uscita e svago arriva da Martha Brooks
(Martha Kelly), l'assicuratrice apatica suddetta, il cui motto è:
“Mi piace essere gentile con le persone... dovresti provarci anche
tu”.
Mentre Baskets le risponde: “Mi piace come sei riuscita a
trasformare la tendina della tua doccia in un vestitino”. Lei
puntualizza con il solito tono che non lascia trasparire alcun tipo
di emozione: “Non è una tendina per la doccia” e lui ribadisce:
“Volevo solo essere gentile”. I dialoghi tra i due sono brillanti
e incredibilmente atipici, sembrano completamente fuori dal totale
contesto, ma sono la cosa più forte dello show che è sicuramente
una delle comedy – o forse è meglio definirlo più una “dramedy”
- più intelligenti e ben congegniate degli ultimi anni.
Anche la
madre – che è interpretata da un uomo, il bravissimo Louie
Anderson - del protagonista non lo aiuta di certo a crescere la sua
autostima, lui che viene da sempre visto come il figlio “peggiore”,
come quello meno capace, meno intelligente, al quale viene da sempre
preferito il fratello gemello, Dale – sempre ovviamente
splendidamente interpretato da Galifianakis – uomo di successo,
studioso e apparentemente più intelligente ed ogni volta che i due
si incontrano tutto si complica nella vita di Chip. “Baskets” è
una commedia che graffia sul fondo della personalità umana, dal
retrogusto amaro, dalla comicità nonsense, completamente surreale,
ma non per questo meno affascinante. Louis CK e lo stesso
Galifianakis scrivono questa splendida comedy che di certo non fa
piegare in due dalle risate, ma fa riflettere e sorridere.
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