Bobo Rondelli - Anime Storte


“Anime storte” è il nuovo album di “Bobo Rondelli” prodotto e arrangiato da Appino degli Zen Circus... 12 brani che si muovono tra sonorità retrò e aneliti d’amorosi sensi, suggestioni western e melodie ben costruite che sanno dove andare a parare. Non tutte le canzoni convincono appieno però, in alcuni passaggi è come se mancasse qualcosa, "quel quid che fa la differenza"... ma c'è da rimarcare il fatto di come Rondelli rifugga la banalità costantemente nella costruzione dei brani e le valide e nuove soluzioni adottate in fase d'arrangiamento. Nel complesso sicuramente un buon disco, ma è inutile negare che ci aspettavamo di più:

“Soli”: “ ritrovarsi in casa senza genitori su un matrimoniale a scoprir l’amore, fingersi felice con cento mi piace di tutti questi amici mai visti ne sentiti” decisamente battistiano è il primo singolo estratto, con una melodia non banale e un tripudio di fiati sul finale: “noi due come coglioni ad aspettare che il mondo migliora”

“Ammalarsi”: “ci siam detti che l’amore è soltanto malattia e col tempo passa e vola via” mood retrò, ritmica incalzante, apertura melodica d'antan nel ritornello.

“Cartolina di giornata”: folk ballad, con accenni country, omaggio a Livorno: “sui tramonti in lungomare Dio si è messo in testa di fare il pittore e ci regala cieli d splendore”

“Prima che”: “stringimi forte tra le tue braccia come se fosse ancora per sempre” atmosfera western, “duello d’amore” andamento zompettante, una ballad che riporta in mente antichi sapori:“Perdona tutto all’amore che muore”.

“Lo storto”: suggestivo, per arpeggi di chitarra e voce profonda, piglio alla De Andrè: “la gente diceva guarda lo storto lui che sognava che pareva morto”

“Dolce imbroglio”: “nel dolce imbroglio dell’amore, tu certo non potrai sottratti perché mi ha scelto proprio bene e sono qui per imbrogliarti” sinuosa e sensuale, con una chitarra che sa il fatto suo e si rivela protagonista

“Su questo fiume”: mood sospeso e forse eccessivamente “sovraccarico”: “senza ricordare perché siamo venuti qui, siamo qui”

“Sollievo animale”: punkettino leggero leggero, ad alto tasso melodico: “sarà retaggio cattolico o chissà forse cos’è quella di non toccare finché sicuri non si è che sia grande amore”

“Io ricordo di quando l’amavo”: “lontano il cuore ormai ma io ricordo di quando l’amavo” atmosfere anni ’60, inserti western, melodia suggestiva.

“L’angelo”: “ad esser sempre buoni ti vien la rabbia dentro” dall’incedere solenne e carica di pathos.

“L’Andrea rampante”: “e mi chiedo come mai io continuo a stare con te che sai solo guardare vetrine e sognar di comprar cose inutili” ballad semplice, ma dalla melodia e testo non banali

“Madre”: “e sono finalmente aria e posso volare fino a te” parte delicata per poi scatenarsi letteralmente con la sezione ritmica che prende il sopravvento e un intermezzo a tinte persino prog

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