“EP2” è l’esordio dei LEV, ovvero Matteo Fio, Tommaso Russo, Leonardo Rossi, Giulio Abatangelo e Alberto Pagnin, cinque brani appena ma che conquistano sin dal primo ascolto e che fanno ben sperare per il futuro. Al di la dei riferimenti più o meno velati, piace l’amalgama raggiunta dalla band, il sound accattivante ma mai banale, che "devia" "opportunamente quando occorre, con cura per la melodia e il ritmo. Una bella scoperta:
“Damn Dogs”: voce profonda e atmosfere acustiche che subito si colorano di una ritmica avvolgente, degna di nota la parte finale del brano, dove ci troviamo di fronte a una sorta di vortice onirico.
“Paranoia da ballo”: tribale, evocativa e ballabile, un mantra a tinte dance che non ha paura di “sporcarsi” e “degenerare” in maniera opportuna.
“Null (Kramut)”: suggestiva, dall’incedere dolente, con improvvise aperture melodiche che regalano al corpus un’aura “preziosa”.
“Joey told me”: decisamente godibile funky dance, giocato sui chiaroscuri, altra scelta azzeccata.
“Reflections”: sonorità più retrò per la traccia che chiude l’album, anni ’80, dal mood sospeso ma che cresce d’intensità e non manca di graffiare.
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