“Comandante, lei ha respirazione
accelerata, sudorazione all'attaccatura dei capelli... temo che ciò
che sta facendo tradisca la volontà del nostro capitano!”
Sembra di stare al cinema mentre si
guarda “Star Trek: Discovery”, la nuova fatica di Brian Fuller e
Alex Kurtzman, il primo già co-creatore delle due serie precedenti,
il secondo invece ha diretto il primo dei tre film al cinema, quello
del 2009. Adesso però il franchise di “Star Trek” approda sulla
CBS e la cosa che salta subito all'occhio sono gli stupefacenti
effetti speciali. “Discovery” è la quinta serie originale
estrapolata dalla serie madre del 1966, da allora sono arrivate
nell'ordine: “The Next Generation” tra il 1987 e il 1994, “Deep
Space Nine” tra il 1993 ed il 1999, “Voyager” tra il 1995 ed il
2001 ed infine “Enterprise” tra il 2001 ed il 2005, a questi
vanno aggiunti poi la serie animata degli anni '70 ed i 13 film, dei
quali ricordiamo gli ultimi tre che hanno riportato la serie
“spaziale” al cinema tra il 2009 ed il 2016.
In questo caso però
“Discovery” è un prequel e i fatti narrati vanno pressoché
collocati circa un decennio indietro rispetto a quelli raccontati
nella prima serie di “Star Trek”, quella del 1966, appunto. La
serie segue le avventure dell'equipaggio della USS Discovery durante
un viaggio nello spazio alla scoperta di nuovi mondi e nuove
popolazioni. Siamo alla fine della guerra fredda tra federazione dei
pianeti uniti e i Klingon e Michael Burnham (Sonequa Martin-Green),
primo ufficiale della Discovery, è la prima donna umana ad avere un
incarico così importante su una delle flotte stellari della
federazione ed è l'unica ad avere un rapporto stretto con Sarek
(James Frain), padre del più famoso Spok. E' la prima volta tra
l'altro che una serie di “Star Trek” non segue da vicino un
capitano, ma viene mostrata una prospettiva diversa e decisamente
meno maschile, nonostante il nome del personaggio interpretato dalla
Martin-Grenn sia maschile.
Insieme alla Burnham e a Sarek nel cast
troviamo anche: Saru (Doug Jones), primo Kelpien ad entrare nella
flotta stellare e ufficiale scientifico, la somiglianza con Spok è
palese, nonostante l'aspetto fisico sia completamente diverso; poi
troviamo ancora: Ash Tyler (Shazard Latif), tenente, Paul Stamets
(Anthony Rapp), astromicologo – personaggio che ha creato molto
scalpore visto che è il primo personaggio dichiaratamente gay della
storia di “Star Trek” - Sylvia Tilly (Mary Wiseman), cadetto,
Gabriel Lorca (Jason Isaacs), capitano della USS Discovery severo e
molto intelligente, ed infine Philippa Georgiou (Michelle Yeoh),
capitano della precedente USS Shenzhou.
La serie va in onda in
contemporanea con gli Stati Uniti, esattamente la sera dopo la messa
in onda statunitense, grazie alla Netflix, da qui dobbiamo dare anche
merito ad un doppiaggio italiano impeccabile che poco toglie
all'originale. Cast, location ed effetti speciali a parte però, la
serie manca di calore, di pathos, risultando fredda e senz'anima.
L'inizio non è alla fine male, anzi, i primi due episodi risultano
abbastanza affascinanti, poi però, in corso d'opera, la serie va
spegnendosi. I 15 episodi che compongono la prima stagione, di cui al
momento ne sono stati fatti fuori 5, potrebbero crescere sul finale,
ma crediamo che la serie sia questa, senza guizzi per la quale, con
le solite dinamiche da “Star Trek”, con la spettacolarità visiva
che sovrasta una trama decisamente più deludente e poco originale.
Personaggi e doppiatori:
Michael Burham (Gemma Donati)
Saru (Alessio Cigliano)
Paul Stamets (Riccardo Rossi)
Sylvia Tilly (Giulia Santilli)
Gabriel Lorca (Fabrizio Pucci)
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