Dawson's Creek compie 20 anni


Oggi cade una ricorrenza importante nel mondo della serialità: “Dawson's Creek”, uno dei drama adolescenziali più famosi e amati al mondo, compie 20 anni. Era il 19 gennaio 1998 infatti quando Kevin Williamson e la The WB (poi divenuta The CW) portava in scena uno dei telefilm più riusciti sui drammi degli adolescenti alle prese con liceo, college, prime cotte, prime esperienze sessuali, problemi con i genitori. Diventato in pochissimo tempo un vero e proprio cult, “Dawson's Creek” ha accompagnato i quattordicenni di allora (e non solo) per sei stagioni e 128 episodi nel mondo di Dawson, Joey, Pacey, Jen e Jack. Fu la prima serie a sdoganare la morte in giovanissima età, la droga, il sesso, i tradimenti, l'omosessualità, raccontando il tutto sempre in maniera intensa, senza mezzi termini, ma senza mai diventare volgare o grottesca. 


Nel corso degli episodi in realtà, nonostante il titolo, la vera protagonista dello show si rivela Joey Potter, interpretata da Katie Holmes, ragazzina timida che scosta sempre i capelli dietro l'orecchio con quel sorriso imbarazzato che ha fatto innamorare milioni di adolescenti in tutto il mondo, che ha spezzato prima il cuore di Dawson Leery e poi quello di Pacey Witter, e poi ancora quello di Dawson e poi di nuovo quello di Pacey, arrivando alla fine a scegliere quest'ultimo nonostante il “destino” sembrava da sempre portarla tra le braccia del “protagonista”, ma il pubblico amava la coppia Joey/Pacey e Williamson alla fine non ha potuto non accontentare la massa, malgrado la sua idea iniziale fosse quella di farla finire tra le braccia del noioso Leery. La scissione tra il protagonista e Pacey - voci di corridoio dicono fosse anche congiunta a delle divergenze dietro le quinte - quindi tra James Van Der Beek e Joshua Jackson, i rispettivi attori, sembrerebbe legata al fatto che non corresse buon sangue nemmeno fuori dai riflettori. 


Nella vita di questi tre protagonisti entrerà ben presto la dirompente Jen Lindley, interpretata da Michelle Williams, attrice ormai importante in quel di Hollywood, che in epoca non sospetta era la femme fatale di Capeside, una ragazza molto “libera” in arrivo dalla grande città che fa girare subito le teste di chiunque nella ridente cittadina del Massachusetts. Poi arrivano anche i fratelli Jack e Andie Mcphee, interpretati da Kerr Smith e Meredith Monroe, tra i personaggi più riusciti della serie, entrambi infatti hanno portato in tv due problematiche che in una serie televiva diretta agli adolescenti si affrontavano per la prima volta, o quasi, parliamo di: omosessualità e malattia mentale, raccontate in maniera delicatissima e perfettamente funzionale alla trama. Per anni si è parlato spesso di un revival della serie, ma non si sono mai messi d'accordo. Sembrerebbe che sia la Holmes che Jackson siano restii, la Williams, morta nell'episodio finale, non avrebbe problemi a non accettare, malgrado per un periodo si parlò perfino di farla resuscitare, ma l'attrice sembra ormai ben lontana dal tornare a vestire gli stretti panni di Jen. 


Tra il 1998 e il 2004 la serie ha ricevuto parecchie nomination a premi importanti, arrivando alla fine a vincere soltando cinque Teen Choice Award e un Glaad Media Award. Nel 2000, due anni dopo l'inizio della serie madre, Williamson pensò ad uno spin-off che vide la luce lo stesso anno con protagonista un amico di Pacey dal titolo “Young Americans”, che nessuno si ricorda perché eliminata dal palinsesto della The WB praticamente subito. La location: Capeside, la colonna sonora: “I Don't Want to Wait” di Paula Cole, i personaggi: Dawson, Joey, Pacey, Jen, Jack, Andie, ma anche Evelyn Ryan (Mary Beth Peil), nonna di Jen, Mitch (John Wesley Shipp) e Gail (Mary-Margaret Humes) Leery, genitori di Dawson, sono tutte cose e persone che ancora oggi in molti ricordano, tutti dettagli rimasti nella storia della serialità. Di una cosa siamo certi però: anche se ci mancano le avventure a Capeside, non vorremmo mai vedere una rivisitazione di “Dawson's Creek” perché siamo sicuri che rovinerebbe la memoria del telefilm, come già successo con moltissimi altri revival negli ultimi anni.

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