Ecco la nostra intervista ai Dunk, la band nata dal fortunato incontro tra i fratelli Marco ed Ettore Giuradei con Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone (O.R.K. e Marta sui Tubi). Una super band quindi, nata come un esperimento in progress al limite della performance, un’amalgama perfetta dalla quale emergono i contrasti, gli spigoli, le increspature così come abbiamo scritto nella nostra recensione che potrete trovare cliccando al seguente link: DUNK
Quando avete capito che i “Dunk” sarebbero divenuti realtà?
Dopo aver fatto i primi concerti, un po' per gioco! Siamo rimasti impressionati sia dalla risposta del pubblico che dalle nostre positive sensazioni sul palco quindi abbiamo capito che il progetto poteva non essere un estemporaneo divertissement ma qualcosa di solido, da sviluppare.
Si può asserire che il progetto "Dunk" sia formato sostanzialmente dalle canzoni di Ettore a cui il resto della band non solo mette in scena, ma che se ne appropria con trasporto trovando un’amalgama (a parer nostro) perfetta tra la poesia dei testi, la melodia che non manca mai e la potenza sonora.
Sì, l'analisi è impeccabile! In generale, i nostri brani nascono chitarra e voce: tutto è partito da una serie di canzoni "nude", che poi sono state sviluppate con l'inserimento di ognuna delle nostre peculiarità. Le canzoni sono corali, frutto del lavoro della squadra.
Si sente a tal proposito l’unione tra di voi, il piacere, il divertimento di suonare assieme… qualche aneddoto da raccontare sulle registrazioni?
Non so se si può parlare di aneddoto ma sicuramente il leit motiv di questa sessione in studio è stato il carattere "residenziale": il fatto di aver trascorso 10 giorni insieme 24 ore su 24... Che è un'esperienza fondamentale anche per la coesione della band.
Nei testi non mancano ispirazioni letterarie anzi, da Valeria Raimondi a Haruki Murakami passando per Michele Beltrami...
Ettore: a differenza di altri momenti in cui ho scritto, questa volta ho avuto voglia di inserire molti riferimenti. Completerei l'elenco citando anche le altre fonti di ispirazione: soprattutto Artaud e Carmelo Bene.
Come mai non avete scelto (ancora) “Avevo voglia” come singolo, che a nostro parere è una delle tracce più dirette?
Siamo felici che vi sia piaciuto... scegliere un singolo è sempre complesso: si tratta di bilanciare aspettative, consigli, progetti... è come dover decidere tra i propri figli!
Ci sarà un capitolo secondo per i Dunk?
Per il momento, ci godiamo l'uscita di questo primo album e il tour che seguirà. Il resto vedremo: con la spontaneità che caratterizza questo progetto, senza forzature o decisioni prese a tavolino.
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