Quello di Sergio Cammariere in Sicilia e a Marsala (TP) in particolare, è un ritorno. Questa volta con l'"Io Tour". Come ha detto lui stesso dal
palco del Teatro Impero, “Grazie per avermi accolto così”.
In un teatro quasi pieno a dimostrazione che la musica live si vende ancora bene. Di arte, cultura, poesia e bellezza della musica, si è parlato con Cammariere che ci ha
accolto in hotel a braccia aperte e bacia mano, come un vero gentleman, con
gli occhialini scuri a celare una forte timidezza e un bellissimo
mondo.
“Sono nato a Crotone e porto il Sud, il mio mare, la natura in giro per il mondo. Peraltro
– ci confida – ho una fidanzata siciliana quindi torno con piacere in questa meravigliosa terra”.
Anche se è astemio e non beve Marsala. Dando uno sguardo al panorama
musicale italiano di oggi, Cammariere fa un'analisi lucida di chi
appartiene all'epoca dei grandi cantautori, ad una musica, di
nicchia, quale il jazz o la bossa nova, che a fatica si fanno spazio: “In classifica oggi vediamo ai primi posti i giovani rapper, i
deejay, non i giovani cantautori. Per un cantautore, un musicista, è
importante la ricerca della melodia così come imparare a suonare uno
strumento. Un dato di fatto è che oggi è cambiata la fruizione
della musica, sono cambiati i supporti; prima c'erano i vinili, i cd,
oggi la musica si scarica dal web. Il cambiamento politico degli
ultimi 10 anni, ha portato anche ad un cambiamento in un settore come la
musica. Una domanda la voglio fare io: quale canzone del Festival di
Sanremo degli ultimi 10 anni, vi ricordate? L'unica che ricordo bene
è la canzone di Simone Cristicchi”.
ph Katia Loki |
Dopo una pausa, a ragione,
a caccia di qualche brano nella nostra memoria, ci racconta della prima emozione sul palco di Sanremo: "Pippo Baudo mi volle perchè sapeva che avevo tutte le carte in regola e sul palco dell'Ariston il pubblico si affezionò alla mia anima, al mio cuore". E sull'ultima
apparizione al Festival di Sanremo di Claudio Baglioni: “Nina
Zilli mi ha chiamato al suo fianco nella serata dei duetti per
intepretare un brano con un tema importante, quello della violenza
sulle donne. Una volta a cantare di questi temi forti erano
cantautori come De Andrè, Guccini, oggi ne parlano diverse
trasmissioni televisive in maniera incondizionata”.
Quando
attraversa la musica dei “grandi”, Cammariere trasmette quasi
devozione per il mondo cantautorale ed i miti del jazz e della musica
classica, fonte della sua ispirazione. E che grazie a Roberto Kunstler,
il suo fido paroliere, mette per iscritto approdando oggi ad un album strumentale: ““Piano”
è un punto di arrivo e partenza perchè ci ho messo 5 anni a
definire i 16 brani che lo compongono. Il primo brano “Tema di
Malerba” è ispirato all'omonimo racconto di un mio amico, lo
scrittore siciliano Carmelo Sardo; un romanzo tradotto in 20 lingue e scritto con
l'ergastolano Giuseppe Grassonelli. Così, tanti altri brani hanno
tratto ispirazione: “Ritratto di mio padre” da un film di Maria
Sole Tognazzi del 2010, vincitore di premi, oppure “Tender eyes”
dell'omonimo film del giovane regista Alfonso Bergamo o “Garbage
Man”, oppure ancora “Il sole dei cattivi” che si trova nel film
di Paolo Consorti. Ogni brano ha trovato una collocazione ed io sono
nudo, con il mio pianoforte”.
ph Arturo Safina |
Disquisiamo poi, di poesia. Cos'è la poesia per Sergio Cammariere? “E'
un argomento
ampio ma vi cito Carlo Michelstaedter di Gorizia che aveva scritto “I
figli del mare” una poesia dedicata ai miti e alle leggende, a Itti
e Senia. L'inizio di questa poesia è il titolo del mio primo album
“Dalla pace del mare lontano”. Michelstaedter era un grande
conoscitore dell'endecasillabo come in endecasillabo è scritta la Divina Commedia di Dante. Sono
stato sempre affascinato dalla metrica, dagli ottonari mascherati,
dai settenari, dagli alessandrini. Vi racconto un aneddoto: da
ragazzo, al Liceo, si creavano dei pomeriggi musicali con importanti
cantautori allora molto giovani. Il primo cantautore che mi ha
toccato il cuore fu Angelo Branduardi, che venne a Crotone ad
eseguire “Confessioni di un malandrino”. Era la canzone con i
versi “Mi
piace spettinato camminare col capo sulle spalle come un lume così
mi diverto a rischiarare il vostro autunno senza piume”, era una
poesia di Esenin che, con Majakovskij e l'esistenzialismo di
studiavano a scuola. Io mi sono detto: da grande voglio fare questo,
mettere la poesia nella musica”.
Poi
uno sguardo sull'imminente futuro: “A
breve uscirà un documentario su Don Gallo, dal titolo “Prima che
il Gallo canti” scritto e diretto da Cosimo Damiano
Damato, che ha coinvolto tanti artisti come Vasco Rossi, Dario Fo,
Erri De Luca che raccontano la loro esperienza spirituale e ci
saranno anche le mie musiche”.
RECENSIONE CONCERTO - TEATRO IMPERO MARSALA (25 FEBBRAIO 2018)
Sul
palco assieme ai suoi giovani musicisti - Daniele Tittarelli al sax,
Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria, Bruno
Marcozzi alle percussioni – che gli tengono testa con assoli
magistrali, Cammariere entra in scena al Teatro Impero di Marsala
“Mano nella mano” ringraziando più volte il pubblico che a fine
concerto si riversa sotto il palco a volerlo abbracciare. Abbracciare
per la compostezza mai urlata o abusata, per le sonorità del
Sudamerica in “Nessuna è come te” tratta
dall'album “Sul sentiero”, dedicando “Le porte del sogno”
alla ventosa Marsala e alla bossa nova: “Così
l'autunno é già tra i rami...”.
La sua seconda partecipazione
sanremese è “L'amore non si spiega” velata di jazz, ma quando
Cammariere chiede al pubblico se avessero una richiesta, tra le
tante, la prima è stata “Estate” di Bruno Martino che il
musicista ha reinterpretato qualche anno fa con il trombettista
Fabrizio Bosso. Dal primo fortunato album “Dalla pace del mare
lontano”, con la title track, Cammariere esegue “Tempo perduto”,
presentata alle Targhe Tenco nel 2002 (Miglior Opera prima), dove si
sbizzarrisce sui tasti con la parte ritmica che poi lo lascia solo
sul palco con “Vita d'artista”; ed ancora la sentita “Sorella
mia” e “Dalla pace del mare lontano” contro la guerra in Siria
e tutti i conflitti nel mondo oggi.
La tanto attesa resta “Tutto
quello che un uomo” che lo ha lanciato al grande pubblico e che lo
rappresenta in stile ed educazione. Tutti cantano la canzone dando
vita ad un momento importante di condivisione, di intenti. “La vita
ci vuole” a ricordarci che è “uno spavento eccezionale”,
mentre torna la bossa in “Via da questo mare” ed il “... tempo
si scorderà, dei tuoi vent'anni”. Dopo “Cantautore piccolino...
confrontato a Paoli Gino”, spazio agli assoli dei musicisti con
Cammariere che li osserva divertito... un gioco di sguardi
compiaciuti che si lancia in una ballabile “Malgrado poi” con
platea e galleria in piedi, in ovazione, a chiudere un concerto che
resterà nella memoria di chi, domenica, ha trascorso un pomeriggio
meno elettorale e più musicale che fa bene allo spirito.
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