Life Sentence (The CW)


Life Sentence ideata e prodotta da Erin Cardillo e Richard Keith è "un’idea grande come un lupo che si ferma un attimo prima di azzannare la preda":
“Vivere come se fosse l’ultimo giorno” senza alcuna preoccupazione, è questa la vita di Stella, da otto anni malata di cancro, fino a quando non guarisce e scopre che “il mondo”, gli affetti, le persone che si erano presi cura di lei, l'avevano fatta “sopravvivere” in una vera e propria campana di vetro, estraniandola dalla vita reale di tutti i giorni con tutti i suoi problemi. Ma Stella per l'appunto guarisce e davanti a lei quel mondo ovattato dai dolori e dispiaceri, di colpo svanisce e la nostra “miracolata” dovrà fare i conti con una nuova e totalmente differente realtà. A cominciare da una madre, che lascia il padre perché si scopre bisessuale e che vuole vendere la casa dove lei ha abitato, perché i soldi sono finiti per permettere alla figlia una vita a breve termine come si deve  mentre la sorella ha rinunciato ai suoi sogni da scrittrice e il fratello non è mai cresciuto. La stessa Stella aveva deciso di sposarsi con un pressoché sconosciuto tra l’altro pochi mesi prima, Non le resta di cercare in ogni modo di rimettere i cocci al suo posto, scontrandosi con “la paura di vivere” che prima ovviamente non aveva considerato.



Decisamente ben scritto, coi personaggi principali che via via rivelano “Il loro vero volto” e quelli secondari che entrano in maniera sin da subito coinvolgente nella trama, la serie trova un suo equilibrio tra sarcasmo, cinismo e dramma vero e proprio ed ha un punto di vista forte e originale, senza calcare la mano su un versante in particolare, stemperando il tutto con la voce off della protagonista che da vita ai suoi pensieri. E’ facile dunque che si rida di gusto e dieci minuti dopo ci si commuova senza neanche accorgersene, un pò come la vita del resto. Questo equilibrio/pregio, può anche però rivelarsi come il difetto congenito della serie, che tiene come si suol dire “Il piede in due staffe” senza propendere per l’una o l’altra direzione. A noi personalmente sarebbe piaciuto maggiormente si fosse andati giù pesante sul primo versante, ovvero quello del sarcasmo e del cinismo, cosa che tra l’altro avviene nel plot, ma episodio dopo episodio a prevalere è sempre più il dramma e il sentimentalismo, peccato.



“ - Hai sconfitto la morte certa sei in grado di affrontare una vita incerta”
“- Certo sposarsi è stata una decisione affrettata ma sarebbe stato un impegno di sei mesi al massimo”
“- Quindi ho fatto tutto quello che fanno i giovani d’oggi con uno strano taglio di capelli: la barista - Non toglierti mai il cappello”

Stella Abbott, interpretata da Lucy Hale
Wes Charles, interpretato da Elliot Knight
Paul Abbott, interpretato da Dylan Walsh
Ida Abbott, interpretata da Gillian Vigman
Aiden Abbott, interpretato da Jayson Blair
Elizabeth Abbott Rojas, interpretata da Brooke Lyons
Diego Rojas, interpretato da Carlos PenaVega



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