On My Block (Netflix)



“Neri? Noi lo siamo! Solo i bianchi trovano i tesori!”

“On My Block” è la nuova dramedy della Netflix creata da Lauren Iungerich, Eddie Gonzalez e Jeremy Haft che racconta in dieci episodi la storia di quattro adolescenti, amici tra loro, che affrontano le ultime settimane delle scuole medie in attesa delle superiori e si renderanno conto che in pochissimo tempo molte cose possono cambiare. Ci troviamo a Los Angelese, in un quartiere rude e fatiscente, dove: Monse (Sierra Capri), Ruby (Jason Genao), Jamal (Brett Gray) e Cesar (Diego Tinoco), cercano di farsi strada verso uno dei passaggi più importanti della vita di una persona. Monse si può considerare il capo del gruppo, cresciuta con un padre single e per questo anche un po' maschiaccio, è in realtà innamorata di Cesar, ragazzo molto intelligente, ma che viene costretto ad entrare in una gang appena suo fratello esce di prigione. Ruby è invece un esperto matematico, messicano, che cerca sempre di ragionare sulle cose, non decidendo mai d'impulso. Ed infine c'è Jamal, il nerd afro-americano, che è convinto esista un tesoro nascosto. A loro si unirà ben presto Jasmin (Jessica Marie Garcia), nuova compagna di classe. Il Pilot parte con il ritorno dal campeggio estivo, dal quale Monse torna molto più “sviluppata” rispetto ai suoi amici.



Cesar è già nella gang e quindi i tre, rimasti soli, cercheranno in tutti i modi di riallacciare i rapporti con l'amico e cercare di “salvarlo”. Equivoci, primi approcci sessuali, scombussolamenti fisici e psichici, fanno di “On My Block” una serie ben fatta, carina, ma troppo stereotipata, manca il coreano e poi ci sono tutti i classici personaggi visti sempre ovunque. A questo dobbiamo aggiungere una narrazione mediamente lenta ed un susseguirsi di avvenimenti che risultano poco originali e qui e là anche un po' prevedibili. Il fatto che sia una serie che riecheggi ancora una volta i “fasti” degli anni '80 e '90, di certo non aiuta, perché fin troppo negli ultimi anni la Netflix ci ha portato indietro nel passato, cercando di trovare un altro successo mondiale come “Stranger Things” o “Tredici”, ma non tutte le serie possono raggiungere quei livelli ed il fatto di produrre costantemente nuove serie molto simili tra loro di certo non aiuta e diventa una specie di ripetitiva auto-celebrazione che cade però soltanto in una continua brutta copia di se stessi.



Belli i dialoghi, molto più “veri” rispetto ad altre serie dello stesso settore, per questa serie che in realtà è stata proclamata come un coming-of-age, cioè una serie che mette al centro della trama la crescita fisica e psicologia dei propri protagonisti. Lauren Iungerich è stata anche creatrice di “Diario di una Nerd Superstar”, una serie che ha avuto molto successo qualche anno fa, ed anche se quella era molto più incentrata sulla comedy, la mano della Iungerich si nota e nel bene o nel male si apprezza pure, anche se siamo un po' stufi di vedere serie senza grandi idee che raccontano sempre le solite cose, con gli stessi personaggi con nomi diversi.

“Non andate alle superiori senza un bel piano. Voi dovete rimanere insieme per sopravvivere. Quasi dimenticavo, un’ultima cosa: non scopatevi Monse!”


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