LA to Vegas (Fox)



“Voglio stare in una vera compagnia, dove le persone non volano solo per tradire o portare droga nel culo!”

L'attendavamo da tempo questa nuova sitcom della Fox, “LA to Vegas”, perché fin dagli upfront di maggio 2017 ci aveva incuriosito, questa sorta di “Aereo più pazzo del mondo” che fa sempre la stessa tratta, da venerdì a domenica da Los Angeles a Las Vegas e viceversa, e si incontrano praticamente (quasi) sempre le stesse facce. Ci troviamo sul Jackpot, così si chiama una delle compagnie aeree più scadenti d'America e sul volo troviamo: il Capitano Dave Pratman (Dylan McDermott), l'hostess Ronnie (Kim Matula) e lo steward Bernard (Nathan Lee Graham), tra i passeggeri invece ci sono: Paul (Shawn Kavanaugh), l'inglese Colin (Ed Weeks), la spogliarellista Nichole (Olivia Macklin), il giocatore d'azzardo Artem (Peter Stormare), un cast eterogeneo e molto interessante con volti ben noti agli amanti delle serie tv americane. Tra i ricorrenti abbiamo anche tre guest star come Dermot Mulroney, Josh Duhamel e Don Johnson. 


Un po' tutti nella vita siamo pendolari, ci spostiamo per andare a lavoro, spesso costretti a fare molti chilometri ed è questo il fulcro di quello che anima “LA to Vegas”, solo che a differenza nostra - in Italia per lavoro giornalmente gli spostamenti si effettuano per lo più con treni, autobus o automobili - negli Stati Uniti può capitare che alcuni devono proprio andare a prendere un volo per recarsi a lavoro. A conti fatti la serie ha il giusto grado di no sense, anche troppo, ma non fa ridere, non è quel puro divertimento tipico da situation comedy, non “decolla” e un po' come l'aereo su cui viaggiano i protagonisti, ha diverse falle, delle crepe visibili a occhio nudo, perché non basta cambiare location e chiudere un gruppo di gente su un aereo per sembrare originali.


Ci vogliono, oggi più che mai in una serialità sempre più invasa dai reboot e dalle rivisitazioni varie, delle idee innovative, soprattutto se stiamo parlando di una serie “originale”, ma qui visibilmente mancano queste idee. “LA to Vegas” ha solo un bel cast, sfruttato male perché prestano tutti il volto a dei personaggi già visti e con una cartterizzazione scadente, ma un buon gruppo attoriale non basta e la serie risulta dopo appena un paio di episodi una sitcom che fa da sfondo e che probabilmente non avrà un lungo futuro davanti a se.

“Va bene signori, alziamo il gomito e facciamo volare questa baracca... sto scherzando! Sono lucido quando volo, a meno che non mangi il cibo a bordo!”

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