“Nel diciannovesimo secolo si pensava che le persone affette da malattie mentali fossero alienate dalla loro vera natura. Gli esperti che li hanno studiati erano quindi noti come alienisti”
“The
Alienist”, serie drammatica, thriller, a tratti un po' horror,
basata sull'omonimo romanzo di Caleb Carr è una bella scoperta. La
prima stagione, composta da 10 episodi per la TNT, in arrivo in
Italia grazie alla Netflix, vede come produttori esecutivi nomi di
tutto rispetto, come: Hossein Amini (“McMafia”), Cary Fukunaga
(“True Detective”), Eric Roth (“House of Cards”) e Steve
Golin (“Mr. Robot”) e si vede fin dai primi frammenti che ci
troviamo di fronte a qualcosa di molto interessante. Siamo nel 1896 a
New York e la città è invasa da pazzi, serial killer e delitti
efferati. Una notte il corpo di un ragazzo vestito da donna, viene
trovato morto, mutilato e senza occhi, abbandonato su un molo vicino
a Williamsburg. A seguire le indagini un giovane Theodore Roosevelt,
che poi diventò Presidente degli Stati Uniti d'America e Premio
Nobel, che qui ha il volto di Brian Geraghty (“Chicago P.D.”),
che cercherà l'aiuto dello psicologo Laszlo Kreizler (Daniel Bruhl)
e dell'illustratore John Moore (Luke Evans), per indagare con la
massima riservatezza su crimini orribili, che vanno mantenuti
segreti, circondati da poliziotti corrotti, gangster e malavita.
Saranno loro a cercare di creare un profilo psicologico
dell'assassino.
A dare una mano a Kreizler e Moore, ci sarà
l'assistente di Roosvelt, Sara Howard (Dakota Fanning), donna di
temperamento che deve emergere in un ambiente pieno di uomini ed
anche i fratelli, detective della polizia di New York, Marcus
(Douglas Smith) e Lucius (Matthew Shear) Isaacson. C'è una continua
corsa contro il tempo nella consueta “caccia all'uomo” ed anche
se c'è poco effettivamente di originale nella base strutturale della
serie, che a conti fatti risulta un classico thriller psicologico che
un po' richiama “True Detective”, la forza di “The Alienist”
sta nella splendida ambientazione, sfruttata a pieno,
nell'eccezionale cast, nell'oscurità e nel marcio di una città che
unisce insieme aspetti politici, religiosi, sessuali e soprattutto
sociali. La serie tratta gli argomenti in maniera lineare,
esponendoli in modo organico, senza pressioni ed ansia, ma restando
su un filo narrativo intenso ed intelligente.
E nonostante “The
Alienist” ci porta in una New York oscura, inquietante, totalmente
realistica, di fine ottocento, in realtà la serie risulta molto
contemporanea, la figura di Sara con le limitazioni delle aspirazioni
professionali per colpa del fatto di essere una donna, ad esempio, è
una figura molto attuale, ma anche il personaggio di Moore, sensibile
e generoso, che entra in contrapposizione con un mondo ostile e pieno
di bambini che vengono uccisi e dimenticati dalle autorità risulta
una figura estremamente al passo con i tempi in questo mondo che non
smette mai di sorprenderci in quanto crudeltà, oggi come ieri. Unica
pecca è forse non essere riusciti a mantenere per tutti gli episodi
un grado di attenzione simile, alcuni infatti risultano molto più
dinamici, altri decisamente più statici e quasi di “passaggio”,
questo porta la serie a non avere una identità ben precisa e si
perde qui e là, ma non possiamo non ammettere che ci troviamo di
fronte ad un'ottima serie, dalle grandi potenzialità.
“Perché
indossava il vestito? Il ragazzo morto, era vestito come una
ragazza... qualcuno lo ha tagliato a pezzi”
Personaggi
e doppiatori:
Dr.
Laszlo Kreizler (Francesco Pezzulli)
John
Moore (Giorgio Borghetti)
Sara
Howard (Erica Necci)
Theodore
Roosevelt (Marco Vivio)
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