“Non volevi andartene, vero? Sapevi
che stavi per morire e avevi ragione. Cos'hai provato? Dolore o
rabbia? Avevi paura? Cristo, lo spero tanto! Sei così dannatamente
triste, papino bello e ora cerchi di rendere triste anche me. Beh, ti
è andata male!”
Molti l'hanno definita “The Benedict
Cumberbatch Show” e non è molto lontano dalla realtà. Semmai ce
ne fosse bisogno, in questa occasione, grazie alla trasposizione
televisiva del ciclo di romanzi di Edward St. Aubryn, con
protagonista “Patrick Melrose”, per l'appunto, Benedict conferma
tutto il suo infinito talento di attore dimostrato già in più
occasioni, prima in Tv con “Sherlock” e poi al cinema con, tra
gli altri, “The Imitation Game”, il ruolo che gli ha poi dato la
candidatura agli Oscar. Insomma, di certo non avevamo dubbi sulla
qualità recitativa di Cumberbatch, ma qui lo marca ancora di più e
ci lascia stupefatti. La serie evento è composta da cinque episodi
tanti quanti sono i libri del ciclo narrativo dal titolo “I
Melrose”: “Bad News”, “Never Mind”, “Some Hope”,
“Mother's Milk” ed infine “At Last”, che stanno andando in
onda in queste settimane dal 12 maggio scorso sulla Showtime, con la
co-produzione dell'inglese Sky Atlantic.
Non è facile raccontare la
trama di “Patrick Melrose”, troppo complessa e psicologicamente
contorta per poterne estrarre solo uno stralcio: un racconto
introspettivo e mentale, pregno di salti temporali. Si parte dalla
morte del padre del protagonista, notizia che l'uomo riceve tramite
telefono, attraverso una linea molto disturbata, da quel preciso
momento tutti i ricordi difficili legati alla sua infanzia tornano a
galla, insieme a quei demoni che l'hanno sempre tenuto imrpigionato
in una mente labile che risente della notizia. Patrick è infatti un
tossicodipendente mentalmente instabile – che a tratti potrebbe
davvero ricordare Sherlock Holmes – che non ha mai avuto un
rapporto con il padre idilliaco e questo ha scatenato in qualche modo
in lui un malessere che lo ha poi portato all'alcolismo, la
dipendenza dalle droghe, un matrimonio fallito, una paternità
vissuta con un rapporto a sua volta imperfetto ed i continui
tentativi di guarire e liberarsi dal peso dell'eroina. Attraverso
continui flash-back, in cui ritroviamo lui bambino che guarda i suoi
genitori, mentre ascoltiamo insieme a Patrick i suoi stessi pensieri,
messaggi a tratti anche esilaranti, privi di senso, nella lotta
perenne tra quello che gli dice la mente ed i gesti che poi compie,
la vicenda dei vari episodi si snoda in maniera perfetta. Siamo in
una Londra del 1982 e mentre Patrick si avvicina alla stanza nella
quale c'è il “vecchio bastardo” morto, risente le urla e si
riscopre ad avere ancora il terrore di quell'uomo come quando da
bambino, sudato e timoroso si avvicinava a quell'uomo cattivo
attendendo un dolore che sarebbe sicuramente arrivato da lì a poco.
Nel cast troviamo anche: Eleanor (Jennifer Jason Leigh), madre di
Patrick e moglie triste di un marito, David (Hugo Weaving), violento
e scorbutico che non la ama, padre di un figlio che lo disprezza;
Anne Moore (Indira Varma), amica di Eleanor; Johnny Hall (Prasanna
Puwanarajah), uno dei pochissimi conoscenti di Patrick, a cui l'uomo
si rivolge in cerca di un sostegno quando tenterà per l'ennesima
volta di disintossicarsi dopo la morte del padre; Marianne (Allison
Williams), unica donna per cui il protagonista abbia mai provato
qualcosa e via via tutti gli altri. La serie è sfuggente, senza una
vera e propria personalità, con tematiche molto drammatiche e scene
ai limiti del grottesco, piene di violenza e di tristezza, solitudine
e paura, follia e calma apparente, in tutti quegli stati d'animo che
poi ritroviamo nel viso, nelle espressioni, nei gesti e nelle parole
di un Benedict Cumberbatch strepitoso, che per questa
interpretazione merita tutti i premi possibili ed immaginabili,
riuscendo a mettere in piazza il degrado di un uomo rimasto troppo
bambino per potersi permettere il lusso di ragionare senza l'uso
degli stupefacenti. Ci troviamo di fronte ad un piccolo gioiellino
seriale, assolutamente imperdibile.
“Perché tutti pensano di farmi
piacere chiedendomi di Patrick? Non so come sta... solo lui lo sa! Lo
vedrai stasera. Sarà nei paraggi! Dio, stasera... ho bisogno di
bere!”
Commenti
Posta un commento