Rita Zingariello - Il canto dell’ape



Voce cristallina, per arrangiamenti raffinati e variegati, dalle molteplici influenze musicali, Rita Zingariello fa tutto con una apparente semplicità, a cominciare dalle atmosfere evocate e dalle parole, mai banali, capaci di suscitare emozioni in questo “Il canto dell’ape” un disco ricco di riferimenti alti e popolari al tempo stesso, che procede nobile e fiero, che ha una sua notevole forza intrinseca e che è riuscito in ogni sua singola parte grazie all’empatia che riesce a trasmettere.

“Amsterdam”: folk delicato, fa venire in mente un bozzetto ad acquerello: “Prendi le mie mani trovami ma rialzandomi in silenzio in uno spazio senza tempo i miei passi sostenevano l’incanto”

“Il canto dell’ape”: “non è detto che l’attesa mi riporti la speranza di desideri lasciati a metà”  suggestioni country e ritmica accattivante per un ritornello di sicuro impatto: !Quando non sentirai l’ossessione del perdono avrai dimenticato davvero non sarà qualcosa che cerchi per non pensarci sarà quel desiderio sperato in un tempo sognato in un tempo inaspettato”. Una delle migliori tracce dell’album.

“Ballo ferma”: dall’aria sbarazzina, poetica e popolare, può ricordare certi episodi di Max Gazzè: “perché ti arrabbi è così dolce la distrazione che passa consuma il tempo va veloce lasciami andare saprò tornare”

“Spalanca”: ballad bluegrass dal ritornello sospeso e intenso: “sono parole, solo parole le lascerò fermare sopra quel foglio”

“Senza nota sul finale”: filastrocca con la ritmica in levare, con le chitarre ad accrescere la tensione nel ritornello e con la fisarmonica protagonista nel finale:“oltre noi parlo poco e sono affettuosamente stronza”

“Preferisco l’inverno”: chitarra “flamenco”, per un mood struggente:“come può l’arrivo di agosto far dimenticare quel sapore d’incanto non sarà un leggendario rum a completare l’altra metà del letto”

“Il gioco della neve”: tango, col basso in evidenza e ritmica decisamente accattivante: “voltati verso di me e fallo adesso senza scuse portati valigie vuote da riempire insieme di baci e progetti sotto un tetto non coperto, ridammi tutte le carezze” ottimo arrangiamento

“Sicure simmetrie”: “avevamo perso il senso dei nostri occhi belli” suggestiva, costruita per accumulo di pathos

“Ribes nero”: frizzante filastrocca R&B: “l’elisir non è nella parvenza non è nella dolcezza”

“Simili e contrari”: sonorità gipsy e sapori nostalgici: “la bellezza mi salverà dai giudici dell’amore”

“Il bacio con la terra”: con gli archi in evidenza ha un gusto antico e nobile: “questo pezzetto di cielo bacia anche me e divento terra e non ho paura”

“Risalire”: intima ballad: “scivolando verso l’infinito arrivi a scoprire che quella è casa”

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