“Nella pioggia c'è un virus che
uccide le persone... è peggio di quanto tu possa immaginare... io
sono l'unico che può fare qualcosa per impedire che muoiano tutti”
La nuova serie della Netflix, la prima
interamente girata e prodotta dalla legione danese del canale on
demand, “The Rain”, inizia come un normalissimo drama
adolescenziale, ma subito dopo un genitore arriva a scuola e urla
alla figlia: “Sta per piovere e quando inizierà non dovremmo
essere qui... non ho tempo per spiegarti!” e da lì parte la vera
essenza di “The Rain”, quella fantascientifica. La tendenza è
quella tipica da serie apocalittica: scappare per sopravvivere in un
mondo sta per finire, poi si arriva alla storia del: “pochi esseri
umani sono immuni” e bla bla bla. Lo sbadiglio parte da se. Ancora
una volta ci troviamo alle prese con un apocalisse che è
fondamentalmente causa diretta dell'uomo che questo pianeta lo sta
maltrattando e usurando. La novità ruota intorno alla pioggia, come
si fa a fuggire in eterno ad una pioggia che uccide tutti (o quasi)
gli esseri umani? Ci si chiude dentro e non si esce più? Ma questo
basterà? Un uomo che negli ultimi mesi ha dato anima e corpo a
costruire un bunker per salvare la sua famiglia, adesso si sente in
dovere di salvare il mondo perché crede di essere l'unico a poterlo
fare. Quando lascia però la moglie e i due figli dentro quello
stesso bunker non sa che non tornerà.
La serie inizialmente molto
claustrofobica si apre ad un nuovo mondo dal secondo episodio in poi,
quando i due fratelli suddetti, dopo sei complicatissimi e
lunghissimi anni, decidono di uscire da quel bunker e scoprire cos'è
successo al mondo... un nuovo mondo nel quale la popolazione
scandinava è ridotta all'osso ed i pochissimi sopravvissuti sono
prevalentemente dei ragazzi. Da quel momento, uniti e armati,
cercheranno di andare vagando alla ricerca di altre forme di vita,
sopravvivendo all'incertezza. Il cast molto giovane vede protagonisti
i fratelli Simone (Alba August) e Rasmus (Lucas Lynggaard Tonnesen),
che dalle parole iniziali del padre sembrerebbe essere il prescelto
salvatore del pianeta e poi gli altri ragazzi rimasti ancora in vita:
Martin (Mikkel Boe Folsgaard), Beatrice (Angela Bundalovic), Jean
(Sonny Lindberg), Lea (Jessica Dinnage) e Patrick (Lukas Lokken).
Tutto sommato, andando avanti in questa prima stagione composta da
otto episodi, a parte una recitazione approssimativa ed una
prevedibilità e poca originalità dell'incipit ben visibile a tutti
– sembra costantemente di stare guardando “The 100” - ma a
parte questo, dicevamo, la serie riesce ad essere intrigante. Se non
si sono mai seguite serie del genere in passato, serie adolescenziali
a cavallo tra fantasy, thriller, in cui l'apocalisse è sempre dietro
l'angolo, “The Rain” potrebbe essere un buon passatempo. Per chi
come noi seguire serie televisive è all'ordine del giorno allora non
ci resta che storcere il naso e sperare che la Netflix non continui a
produrre robe che di originale hanno ben poco, tanto per fare numero.
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