“Ci gioco perché non l'ha mai finito
nessuno. Perché giocare a un gioco che tutti possono finire? Che ci
sarebbe di speciale?”
Josh Futturman, che già grazie al
cognome sembra avere il destino segnato, è un ragazzo come tanti, un
po' nerd, che gioca ai videogames, che ama i fumetti e che distrugge
joystick perché li scorda sul pavimento e li schiaccia senza
accorgersene. Un giorno però la vita di Josh cambia completamente
quando, ossessionato da un videogame che si chiama Biotic Wars, che
non è mai riuscito a completare nessuno e che sembra imbattibile,
riesce invece a terminarlo, ma la scritta “Game Over” cela ben
altro: i due personaggi principali del gioco, Tiger e Wolf, appaiono
nella realtà e reclutano Josh per far parte di una squadra per
salvare il mondo dalle Guerre Biotiche. Questo l'incipit di “Future
Man”: serie fantasy della Hulu che ha come protagonista Josh
Hutcherson, che molti conoscono per aver interpretato il ruolo di
Peeta Mellark nella saga di “Hunger Games”, sempre per rimanere
in tema.
La serie, che dalla trama potrebbe sembrare parecchio
idiota, in realtà è una specie di viaggio nel tempo a quegli anni
'80/'90 tanto cari alla Netflix e a “Stranger Things”, che
ultimamente impazzano un po' ovunque. Josh, che nella vita è un
inserviente che lavora in una clinica medica, è un po' come tutti
quei ragazzi che all'inizio degli anni '90 si mettevano a saltellare
sui funghi con Mario o a scappare dai fantasmini con Pac-Man.
Prodotta e ideata da una “coppia di fatto” televisiva, Seth Rogen
ed Evan Goldberg, che insieme hanno già lavorato tra gli altri a
“Preacher” e “The Interview”, insieme a Howard Overman
(“Misfits”), ci riportano a quel mondo là, descrivendolo in
chiave prettamente ironica, tanto che la serie non vuole
assolutamente prendersi sul serio, ma fa ridere grazie anche alla
presenza di due genitori ossessivi, Gabe e Diane, interpretati
magistralmente da due grandissimi del cinema statunitense: Ed Begley
Jr. e Glenne Headly. Ma anche l'apparizione di Tiger (Eliza Coupe) e
Wolf (Derek Wilson) non è lasciata al caso e un po' riecheggia a
quelle apparizioni/sparizioni che facevano parte di “Superhuman
Samurai”.
Insomma la nostalgia la fa da padrone in uno show che non
è di certo di altissima qualità, ma fa il suo dovere, portandoci in
quel settore sicuro fatto di storie di gente comune la cui vita viene
stravolta da un evento inaspettato, toccando il tasto di quella
fanciullezza un po' dimenticata tipica di chi non è un millennials,
di quel mondo che sembra tanto lontano, quel tempo pre-cellulari,
pre-social network, nel quale anche giocare ai videogames diventava
momento di condivisione. “Future Man” è in sintesi una serie
nostalgica, recitata benissimo, adatta a chi ha voglia di un
passatempo senza tante pretese, ma che fa divertire e ricordare i
tempi che furono.
“Congratulazioni! Hai sconfitto tutti
i Biotici e hai salvato l'umanità. Sei... il Salvatore!”
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