Rellik (BBC One/Cinemax)



“Se potessimo andare abbastanza indetro, se potessimo capire perché la gente fa certe azioni, se potessimo capirne il movente, forse non avremmo sprecato tanto tempo ad inseguire il nulla”

“Il caso degli omicidi con l'acido, che ha dominato le cronache negli ultimi tre mesi si è concluso con un totale di sette corpi ritrovati in tutta la città. I volti sono stati brutalmente sfregiati per impedirne il riconoscimento”. Parte da una serie di televisori accesi che raccontano la fine, il dopo, quello che avviene successivamente alle indagini, alla caccia al serial killer. Si, perché “Rellik” è un thriller al contrario, che parte dalla fine per tornare all'inizio. La storia è quella, come raccontato da una telecronista all'inizio del Pilot, della ricerca forsennata di un Ispettore di polizia, Gabriel Markham (Richard Dormer), che diventa lui stesso nel corso delle indagini vittima dell'assassino, sopravvivendo però all'attacco dell'uomo. 


L'originalità, come dicevamo, sta proprio nel fatto di raccontare al contrario la storia: scopriamo infatti sempre da quei suddetti televisori accesi che il serial killer è morto, ma non sappiamo nient'altro e ben poco di tutto quello che è successo precedentemente a tale finale. Nel resoconto della trama, ogni volta che ci spostiamo temporalmente all'indietro, nello schermo appare il momento in cui è successo quello che stiamo per vedere. Ideato da Harry e Jack Williams, per la co-produzione tra l'inglese BBC One e l'americana Cinemax, “Rellik” è una serie che contrasta il tempo, che lo frammenta a proprio piacimento e che fa di Dormer un grandissimo protagonista, uno di quelli che distorce il viso come una maschera in base alla capacità od incapacità di contrastare il mostro che sta terrorizzando la sua città. E lo fa ancora più in maniera egregia quando questo stesso viso gli viene deturpato da quello stesso uomo che lui tanto odia. E' lui il vero e unico protagonista – anzi, a dirla tutta è il viso di Gabriel il vero protagonista – di una storia che sfrutta bene la questione tempo e che lascia col fiato sospeso per tutti i sei episodi di questa miniserie (che non dovrebbe avere un seguito), nei quali ci viene esposto un mondo cupo, buio, crudele, prospettandoci un rompicapo nel quale ad un certo punto sembra andare ogni cosa per i fatti propri, i pezzi del puzzle cominciano a separarsi e non ritrovarsi, per poi confluire magicamente tutti verso un finale di stagione assolutamente incredibile, dove invece ci si rende conto che tutto combacia alla perfezione.


Nel cast troviamo anche: il Vice Ispettore Elaine Shepard (Jodi Balfour), partner lavorativo (e sessuale) di Gabriel; Steven Mills (Michael Shaeffer), l'uomo ucciso perché accusato di essere il serial killer; Beth Mills (Georgina Rich), moglie del serial killer; Edward Benton (Ray Stevenson), capo del dipartimento; Christine Levison (Rosalind Eleazar), un'altra vittima del killer, riuscita a sopravvivere, ma che, stando alle indagini, è diventata una sospettata, in quanto sembrerebbe coinvolta negli omicidi, rimanendone essa stessa ferita; il Dottor Isaac Taylor (Paterson Joseph), psichiatra di Steven; Patrick Baker (Paul Rhys), uomo misterioso che decide di lasciare il Paese quando legge la notizia che Steven è stato arrestato; ed infine Lisa (Laerke Winther) e Hannah (Shannon Tarbet) Markham, moglie e figlia di Gabriel. Ma uno potrebbe dire: che senso ha vedersi un thriller nel quale so già come va a finire? Ebbene, non è tutto oro ciò che luccica e “Rellik” mette fin da subito molti dubbi sulla risoluzione del caso, dubbi che si protraggono fino alla fine dello show. “Rellik” è una serie per chi ama i gialli psicologici, adrenalinici ed intricati.

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