“E se avessi la possibilità di
rivivere quel momento tutte le volte che vuoi? Reverie è un posto
dove l'impossibile diventa possibile. Si viene inseriti in un sogno
di propria creazione in cui si è consci. Si può andare ovunque si
voglia, cambiare il proprio aspetto e anche riportare in vita i
propri cari”
Un gruppo di facoltosi scienziati ha
inventato “Reverie”: un luogo dove, usando la cosiddetta
“impronta dei social” e quindi estrapolando da essi, foto di
persone care, i video, i post ed inserendoli nel programma, si può
sognare all'infinito il proprio mondo perfetto, ma c'è un ma: alcuni
utenti diventano dipendenti da questi “mondi fantastici” che
hanno essi stessi creato, come una specie di videogioco che ti fa
immergere completamente in una realtà parallela dal quale non riesci
più ad uscire. Questi individui però è come se tagliassero di
netto il proprio legame con la realtà, intrappolati in un altro
“luogo”, nella loro mente, entrando a tutti gli effetti in un
coma dal quale non riescono più ad uscire.
Questo è “Reverie”,
la nuova serie fantascientifica estiva della NBC, creata da Mickey
Fisher, prodotta da Steven Spielberg, con protagonisti: Sarah Shahi
nei panni di Mara Kint, ex negoziatrice di ostaggi ed esperta del
comportamento umano, viene assunta dalla Onira Tech, azienda
creatrice del software, per intervenire in soccorso ai pazienti
intrappolanti all'interno di Reverie; Dennis Haysbert che interpreta
Charlie Ventana, ex capo della Kint e consulente della Onira-Tech;
Jessica Lu che da il volto a Alexis Barrett, coinvolta nella
creazione del programma, che ha anche creato “Dylan”:
intelligenza artificiale che gestisce tutti i sistemi della
Onira-Tech; Kathryn Morris è Monica Shaw, funzionario del
Dipartimento della Difesa, che vuole usufruire di Reverie per i suoi
scopi personali; ed infine nel cast c'è anche una nostra vecchia
conoscenza telefilmica: Sedhil Ramamurthy, ex presenza di “Heroes”,
che qui interpreta Paul Hammond, scienziato principalmente
responsabile di Reverie.
La serie ricorda un po' “Inception”
nell'incipit, ma non ha assolutamente la stessa forza narrativa. I
dialoghi risultano a tratti forzati e banali e nell'andare avanti
negli episodi si mette troppa carne al fuoco e la serie diventa
confusionaria. Di contro si salva l'ottimo cast ed una regia
notevole, ma anche in questo caso, un po' come già successo con
“Extant” o con “Wayward Pines”, per non parlare della serie
tv tratta da “Minority Report”, insomma, specialmente nell'ambito
televisivo, Spielberg negli ultimi anni non ci ha fatto vedere grandi
cose e purtroppo anche “Reverie” conferma la delusione,
nonostante sia una serie indirizzata agli amanti del genere
fantascientifico e per tutti coloro che adorano il regista e
sceneggiatore americano a prescindere da tutti i difetti
riscontrabili.
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