“Dopo tutto quello che hai passato
hai ancora fede e coraggio. Mi vedi per quella che sono... e questo
mi fa sentire così viva! So che le cose stanno per cambiare e sono
pronta”
Due uomini corrono in una landa
desolata. Uno insegue l'altro fino ai piedi di un burrone, è lì che
l'inseguitore dice all'altro: “Per favore, non farlo!”. Subito
dopo ci spostiamo in un luogo al chiuso, due camere separate da una
parete di vetro. L'uomo di prima osserva l'altro seduto ad una sedia
che in breve si trasforma in una donna. Parte da qui “The
Innocents”, il nuovo fantasy estremamente confusionario e
misterioso della Netflix. La serie racconta la storia d'amore tra due
adolescenti: Harry (Percelle Ascott) e June (Sorcha Groundsell) e
della loro avventura in fuga dai rispettivi genitori: un viaggio alla
scoperta di loro stessi per mettere alla prova il loro giovane amore.
Ma i ragazzi non sono ragazzi normali, in particolare June ha delle
capacità straordinarie, dei poteri che potrebbero dividerli per
sempre. Uno di quelli più cocciuti, in contrasto perenne con la
figlia, è il padre, John (Sam Hazeldine), mentre Harry vive con la
madre Christine (Nadine Marshall) e con un padre che parla
pochissimo, che si muove a stento e che il ragazzo accudisce senza
mai lamentarsi, ma è comunque pronto a lasciarlo per amore di June.
Poi c'è Ryan (Arthur Hughes), fratello della ragazza, agorafobico
che consiglia alla sorella si scappare il più possibile lontano dal
loro padre, ma una frase lascia perplessi: “Lui non è nostro
padre!”.
E allora chi è davvero John? Nella notte della fuga però,
i due incappano in Steinar (Jòhannes Hauker Jòhannesson), l'uomo
che abbiamo visto in fuga all'inizio dell'episodio, alter ego di Runa
Gundersen (Ingunn Beate Oyen), e non solo, che sembra conoscere la
madre di June. Nella scena di inizio Pilot, c'era un altro uomo,
questo è Ben Halvorson (Guy Pearce), centrale ai fini della fitta
trama. La serie è il classico concatenarsi di eventi tipico da
Netflix. Se uno si trovasse a diretto contatto con la serie senza
sapere assolutamente nulla si capirebbe dopo i primi dieci minuti che
si tratta di una produzione Netflix, perché ha tutte le
caratteristiche e tutto il mix consueto già visto in “The OA”,
“Dark”, “Tredici”, “Ozark”, ecc ecc. Niente di nuovo
quindi. “The Innocents” segue due linee parallele, da un lato la
storia d'amore tra i due ragazzi, dall'altro le attività del Dottor
Halvorson che gestisce una clinica dove tiene rinchiuse tutte le
persone che hanno lo stesso potere di June, tra cui anche la madre di
quest'ultima, Elena (Laura Birn).
Anche stavolta però la Netflix,
che ce l'ha per vizio, mette troppa carne al fuoco: troppi
personaggi, troppa roba mixata che va dal thriller, al fantasy, al
drama, al noir, troppo tutto per poter stare al passo con una serie
che alla fine ha poco di attrattivo, ma molto da mostrare. Bella la
colonna sonora, buono il cast. Gli episodi sono 8, ma in realtà è
un film di 7 ore circa – ne bastavano la metà per raccontare la
trama, che invece viene estremamente diluita, della serie in
questione – diviso in episodi da 50 minuti ciascuno. Dietro le
quinte ci sono Hania Elkington e Simon Duric, girata tra Gran
Bretagna e Norvegia. A dirla tutta è solo dal sesto episodi in poi
che la serie diventa interessante, quando le due storyline si
concatenano ed il tutto aumento di ritmo, per il resto rimane una
serie come centinaia di altre in circolazione, godibile, che lascia
libera l'immaginazione, ma che non rimarrà nella storia.
Personaggi e doppiatori:
June McDaniel (Margherita De Risi)
Harry Polk (Stefano Broccoletti)
John McDaniel (Riccardo Rossi)
Christine Polk (Nadine Marshall)
Ryan McDaniel (Davide Perino)
Steinar (Emiliano Reggente)
Runa Gundersen (Fabrizia Castagnoli)
Ben Halvorson (Francesco Prando)
Elena Askelaand (Stella Musy)
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