“Cameratismo, comunione, famiglia,
amicizie, amori e tutto il resto... siamo persi senza connessioni. E'
terribile essere soli! In breve, il mio obiettivo è quello di
sdradicare tutte le inutili e inefficaci forme di sofferenza umana,
per sempre... dobbiamo evolverci per superare il dolore!”
“Maniac” è una miniserie Netflix in dieci
episodi rifacimento statunitense della serie norvegese omonima, con
un cast stellare che vede protagonista Emma Stone, circondata da
altri nomi importanti come: Sally Margaret Field, Justin Theroux,
Gabriel Byrne e Jonah Hill. Ci troviamo in un mondo distopico, in un
periodo che potrebbe essere considerato un futuro ormai passato,
infatti ci troviamo in quelli che sembrerebbero gli anni '80, ma
decisamente più futuristici. Lì un uomo e una donna, Annie (Emma
Stone) e Owen (Jonah Hill), estranei in origine, vengono uniti da uno
strano destino: colpiti da una profonda depressione, infatti, i due
decidono di provare una nuova sperimentazione farmaceutica che
promette di guarire tutte le loro, vere o ipotetiche, malattie, in
modo totale e permanente, il tutto senza effetti collaterali. Un
sogno per chiunque, se non fosse che le cose ovviamente non vanno
come dovrebbero andare.
La tecnica consiste nell'assumere una pillola
A che fa rivivere al paziente il ricordo più doloroso, a cui farà
seguito la seconda pillola, la B che invece abbassa i meccanismi di
autodifesa della mente, ed infine la terza, la C, che è in grado di
confortare e guarire. Chiamato al telefono a Owen viene comunicato:
“Tu ci aiuterai a trattare disturbi come: pigrizia, depressione,
sindromi dell'intestino irritabile, problemi ai popcorn e paure
irrazionali”, i problemi ai popcorn non sono altro che i problemi
alla prostata. Perché la serie è si, prevalentemente un fantasy, ma
non è uno di quelli che si prende troppo sul serio e a cadenza
regolare fa anche sorridere. Molti l'hanno definita la miniserie
dell'anno, ma noi andiamo più cauti, anche se è con obiettività
che possiamo considerare “Maniac” la novità migliore prodotta
quest'anno dalla Netflix, perché, come ormai diciamo spesso, il
canale on demand ha ormai messo ampiamente da parte la qualità per
far spazio alla quantità (eccessiva), con serie televisive per lo
più dozzinali e talvolta inguardabili. Ma in questo 2018 “Maniac”
è l'eccezione. Annie e Owen sono fondamentalmente due persone sole,
emarginate, rimaste traumatizzate da qualcosa legato al loro passato,
lei è una drogata da psicofarmaci, lui è da sempre in lotta con la
sua schiffofrenia.
Alla fine della fiera, le pillole sono delle droghe
che fanno in modo di creare delle allucinazioni all'individuo, veri e
propri viaggi all'interno dell'inconscio. Da qui la serie di dipana
in un'infinità di multitracce, intrecci su intrecci, sottotrame si
espandono a macchia d'olio incasinando il tutto, ma reggendo bene il
peso della confusione, ricordando a tratti il film “Inception”.
Proprio per questo motivo anche i personaggi sono numerosissimi, come
tanti sono gli scenari, le dilatazioni temporali, location fantasione
e colorate. Il Pilot è un po' lento, ma la serie poi va crescendo,
senza mettere al telespettatore quell'ansia addosso di continuarne la
visione per vedere dove va a parare. Nulla di tutto ciò. E' bello
però che la serie diventi molto empatica, unendo una tematica molto
importante come quella della solitudine, dell'infelicità, del dolore
e del problema psichico accomunata alla leggerezza che fa sorridere.
Ed è da questa stessa empatia che si ha poi voglia di continuare a
guardare la serie per vedere dove va a finire. Nel cast come dicevamo
ci sono anche: Gabriel Byrne che interpreta Porter, padre di Owen,
Greta e James Mantleray, rispettivamente interpretati da Sally
Margaret Field e Justin Theroux, madre e figlio, che invece guidano
questa sorta di “associazione” per il reclutamento e la
somministrazione delle pillole miracolose. Il nostro consiglio è
quello di dare una possibilità a questa miniserie, perché “Maniac”
è decisamente qualcosa di originale nel panorama seriale di oggi.
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