A Million Little Things (ABC)



“L'amicizia è quando non ti importa se il tuo amico vomita nella tua auto quando lo riporti a casa dopo la chemio. L'amicizia è credere che il tuo amico un giorno farà il suo film... è tenere per mano un'amica quando perde il suo ristorante, perché sai che ne aprirà uno migliore... E' una persona a cui lasceresti il tuo portafoglio e le tue chiavi e tua moglie e i tuoi figli... ed è essere capaci di avere le conversazioni più difficili ed essere disposti ad ascoltare... è un milione di piccole cose”

“L'amicizia non è una sola grande cosa... è un milione di piccole cose”, parte con questa frase la nuova serie della ABC creata da D.J. Nash "A Million Little Things" che ha come punto di riferimento l'amicizia, per l'appunto. La bellissima colonna sonora è la cosa che subito attira l'attenzione, poco dopo, appena compaiono i primi attori e via via l'intero cast, molto ampio, si capisce come la serie voglia poggiare quasi interamente sulle spalle solide di David Giuntoli, James Roday, Stephanie Szostak e Allison Miller. Ci troviamo a Boston, qui nasce e cresce l'amicizia di quattro uomini, Eddie (David Giuntoli), ex alcolista, adesso insegnante di musica con un matrimonio non molto stabile, papà a tempo pieno, che sta per fare le valigie e abbandonare tutto, poi c'è Rome (Romany Malco), che vorrebbe qualcosa in più dalla sua vita, col sogno di diventare regista, ma che nei primi minuti del Pilot prova a togliersi la vita, ma proprio mentre tiene in bocca decine di pillole arriva la notizia di Gary (James Roday) - che in quel momento si trova da un andrologo per scoprire se il suo cancro al petto è tornato - che gli comunica che Jon (Ron Livingston), si è tolto la vita. 


Sono passati appena sei minuti e su quattro amici, uno è morto saltando dal grattacielo dove si trovava il suo ufficio, un altro potrebbe essere malato e l'altro si stava per togliere la vita. Insomma un bel quartetto. Scoprire perché Jon, proprio colui che dagli altri veniva chiamato “Jon il perfetto”, quello che “aveva tutto”, “non gli mancava niente”, importante uomo d'affari, con una splendida famiglia, apparentemente felice, si sia tolto la vita, sarà cruciale per gli amici rimasti, che da quel momento faticheranno a riprendere in mano le loro esistenze. Nella serie però c'è anche un notevole parterre femminile: Allison Miller che interpreta Maggie, componente dello stesso gruppo, una sorta di alcolisti anonimi, ma per i malati di cancro al seno, insieme a Gary, ma tra i due si crea subito un interesse amoroso/sessuale; Christina Moses è Regina, chef che si lecca ancora le ferite per il fallimento del suo ristorante, amica di tutti e compagna di Rome; Christina Ochoa nei panni di Ashley, assistente di Jon, che fa appena in tempo a vedere l'uomo che si lascia andare nel vuoto; Grace Park nel ruolo di Katherine, moglie di Eddie, ex elemento divertente del gruppo che adesso invece è completamente cambiata e dedica la sua vita interamente al lavoro; ed infine Stephanie Szostak che interpreta Delilah, vedova di Jon. In realtà ci sarebbero anche i figli di Jon e Delilah da ricordare: Sophie (Lizzy Greene) e Danny (Chance Hurstfield); ed il figlio di Eddie e Katherine, Theo (Tristan Byon). Insomma, come dicevamo fin dall'inizio il cast è molto numeroso, ma è l'unico vero punto di forza di una serie che affonda le radici nell'amicizia, rimanendo in sospeso, senza entrare troppo nei meccanismi più contorti della mente umana, che fa delle “emozioni” il suo punto debole, perché spesso diventa tutto troppo sdolcinato, troppo zucchero, troppa melassa... si, emozioni forti, tangibili, ma ce ne stanno troppe di scene gettate lì per commuovere e far piangere. Di certo i primi minuti ne invogliano a continuarne la visione: un possibile suicidio, un ipotetico cancro, una probabile fuga mancata ed un reale volo verso la morte: gli elementi per tenere incollato il telespettatore ci sono, ma manca qualcosa nel proseguio della storia, basti pensare che il Pilot negli USA ha superato i 5 milioni di telespettatori, mentre già il secondo episodio ne aveva persi ben due. 


Ma a cosa porterà la morte inaspettata di Jon? Quale reazione scaturirà nella vita degli altri amici rimasti? Con chi parlava Jon in quell'ultima telefonata prima del tragico volo? Tante domande restano aperte. Ma proprio sul finale del Pilot c'è un “segreto” che verrà rivelato e tutta la prospettiva di certo muterà. “A Million Little Things” è una di quelle serie senza infamia e senza lode, che non si può assolutamente bocciare ne tantomeno promuovere a pieni voti, un family drama intrigante, con una storia piacevole e con un cast eccellente che fa tutto il lavoro, ma con lo stereotipo – la storia di Danny era decisamente evitabile – e la prevedibilità sempre dietro l'angolo e che, probabilmente, visto il tracollo degli ascolti, non avrà un continuo, anche se è ancora troppo presto per dirlo. Se la ABC sperava di aver trovato il suo “This is Us”, beh no, ha toppato. Sarà per la prossima volta.

“Il modo in cui ci siamo conosciuti è stato casuale.... eravamo tutti in un ascensore che si è bloccato. Ora, esistono due tipi di persone in ascensore: quelli che non parlano con gli sconosciuti e... Jon. Jon ha iniziato a parlare, parlare e parlare e a tratti diceva anche cose molto profonde. E poi ha scoperto che tifavamo tutti per i Bruins... quando i vigili del fuoco di Boston hanno forzato le porte, Jon ci aveva convinti a fare l'abbonamento”

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