New Amsterdam (NBC)



- A differenza del mio predecessore, io mi aspetto che lei faccia il medico in questo ospedale, invece delle pubbliche relazioni, perché... non so... forse perché è il suo lavoro?

- E' divertente... ecco cosa farò: continuerò a tenere seminari in tutto il mondo perché non può permettersi il tipo di pubblicità che porto io a questo ospedale. E continuerò ad apparire da Ellen, Oprah e chiunque sia abbastanza potente da farci notare, perché bisogna ricordare a New York che, anche se il New Amsterdam è un ospedale pubblico sottofinanziato, possiamo ancora tenere il passo dall'assistenza base dei privati alle loro procedure più avanzate. Ora, se vuole scusarmi, starò via una settimana. Al mio ritorno pranzeremo al Tavern. Offro io.

Non si può arrivare nella nuova stagione 2018/19 e rivivere per la milionesima volta le stesse immagini con attori diversi, l'ennesimo medical trito e ritrito con i classici procedurali, i medici, le relazioni tra colleghi, i pazienti moribondi, i tradimenti, i conflitti con lo staff. La situazione sta sfuggendo di mano. Stavolta è colpa della NBC che produce un altro medical procedural come se non ce ne fossero già fin troppi in giro. Cambia praticamente solo città e titolo: “New Amsterdam” (NBC), per il resto la serie è tale e quale a tutte le altre.


Basata sul romanzo: “Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital” la serie ha per protagonista il già famoso Ryan Eggold (“90210”, “The Blacklist”), classico protagonista belloccio impossibile da trovare negli ospedali reali, che interpreta il Dr. Max Goodwin, nuovo direttore medico di uno degli ospedali pubblici più antichi degli Stati Uniti, con l'obiettivo di riportare nuova luce alla struttura che cade a pezzi e fornire assistenza ai colleghi ed ai pazienti. Ovviamente, manco a dirlo, è una specie di genietto che capisce al volo tutto, pronto ad aiutare chiunque, ecc ecc. Insomma il solito ammasso di cose già viste in un contesto ospedaliero corale, dove troviamo una serie di dottori e dottoresse: Lauren Bloom (Janet Montgomery), Helen Sharpe (Freema Agyeman), Floyd Reynolds (Jocko Sims), Iggy Frome (interpretato da una vecchissima conoscenza telefilmica: Tyler Labine, già protagonista di “Deadbeat” e “Reaper”, tra gli altri) e Vijay Kapoor (Anupam Kher). Ben poco da dire sulla trama, perché è quella che è, con tutti i parallelismi che possiamo ampiamente fare con “Grey's Anatomy”, “E.R. Medici in Prima Linea”, “The Night Shift”, “Chicago Med”, “The Good Doctor”, solo per citarne una minima parte. 


E “New Amsterdam” è fondamentalmente un'accozzaglia di tutte le serie appena citate che negli States non ha riscontrato il favore della critica alla sua presentazione, ma che il Pilot, mandato in onda lo scorso 25 settembre, ha comunque avuto una buona risposta da parte di un pubblico americano che sembrerebbe continuare ad apprezzare questa categoria seriale nonostante i molteplici cloni, con un seguito da oltre otto milioni di telespettatori ed un rating dell'1.8. Il calo si è sentito fin da subito nel secondo episodio e per noi la visione è già stata più che sufficiente per capire cosa ci troviamo davanti e dove si andrà a parare. Ideato da David Schulner - già showrunner del flop “Emerald City” - “New Amsterdam” è solo ed esclusivamente rivolto ad un pubblico che non è ancora stufo di guardare in tv sempre i soliti medici impeccabili sul lavoro, ma con una vita disastrata, tanto lontani dal mondo reale, che sembrano più ormai delle macchiette che altro, a tratti un po' ridicoli nei loro camici da sembrare quasi di trovarci di fronte ad una serie fantasy piuttosto che ad un medical drama.

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