“Di tutte le cose che potrebbero
succedere ad una persona, poche sono peggiori di questa. Gliene
vengono in mente? Non c'è niente di peggio. E tutto il mondo vuole
puntare gli occhi su qualcuno a cui sia davvero successo. Tutti
vogliono guardarti. Tutti vogliono giudicarti, fissarti... vogliono
scoprire gli indizi in modo che non succeda anche a loro. E' allora
che tutto ebbe inizio. Due facce. Due Joanna”
La BBC One è ormai una certezza nelle
serie televisive di qualità e “The Cry” ne è l'ennesima
conferma. La protagonista è Jenna Coleman nel ruolo di Joanna
Lindsay, insegnante di scuola elementare e madre del piccolo Noè.
Joanna è sposata con Alistair (Ewen Leslie), marito dedito al lavoro
che trascura la famiglia per fare conferenze stampa per l'importante
azienda per la quale lavora. Un giorno si trovano costretti a
trasferirsi dalla Scozia all'Australia perché Alistair deve lottare
per la custodia di sua figlia Chloe (Markella Kavenagh), avuta dal
suo precedente matrimonio con Alexandra (Asher Keddie).
Nel tragitto
da Melbourne a Geelong però, il piccolo Noè scompare nel nulla e da
lì la vita di Joanna cambierà drasticamente, il matrimonio con
Alistair crollerà e con esso lo stato psicologico della donna. La
storia diventa pubblica e tutti si scagliano contro questa “cattiva
madre” e la vita della donna si disintegra. Di certo si intuisce
che anche prima della tragedia Joanna fosse una madre particolare,
non attentissima e poco paziente, ma cosa è successo su quel pezzo
di strada solitaria? Tra continui flash-back che ci riportano a
quando Alistair e Joanna si sono conosciuti e flash-forward dove
vediamo la donna assaltata dai media e dagli accaniti sostenitori
della sua colpevolezza, viviamo soprattutto nel presente, in quel
lasso di tempo tra le isterie di una madre che non ce la fa più a
sentir piangere il figlio, la partenza imminente e la successiva
scomparsa. “The Cry” è sicuramente una serie che va seguita con
attenzione in tutte le sue splendide 4 parti, che racchiudono un mix
di ottima qualità, fin dagli esordi, dalla sigla, per passare alla
regia e finire ad un cast corale eccellente che vede anche: Stella
Gonet nel ruolo di Elizabeth, madre di Alastair; Sophie Kennedy in
quello di Kirsty, migliore amico di Joanna; i detective Peter
Alexiades (Alex Dimitriades) e Lorna Jones (Shareena Clanton), della
polizia di Mebourne che indagano sul caso di scomparsa e su Joanna,
ed infine Shauna Macdonald che interpreta la dottoressa Wallace,
psicologa della protagonista.
Ed è proprio quest'ultimo aspetto,
quello più psicologico, la forza di uno show la cui narrazione
cresce a piccoli passi con il marciare degli episodi, perché il
Pilot risulta molto lento a parte gli ultimi potenti minuti: la
coppia si ferma ad un rifornimento, Alistair va a comprare delle
provviste e Joanna lo segue, lasciando il piccolo da solo in
macchina, quando tornano però Noè è misteriosamente scomparso. La
donna è visibilmente instabile, lo si capisce quando lascia piangere
il figlio e si rifugia in una stanza attigua accendendo la
televisione a tutto volume oppure quando, durante il volo di andata
verso l'Australia, il pianto del piccolo Noè non cessa e lei si
scaglia con rabbia contro un passeggero che si lamenta. Jenna Coleman
è bravissima nel ruolo, ma aveva già ampiamente dato dimostrazione
di bravura come protagonista della serie, al momento in onda su
Canale 5, “Victoria”, quindi non è una novità il suo sapersi
calare così bene in panni spesso molto scomodi. “The Cry” è
comunque una serie certamente ansiogena, densa, impegnata, che va
presa a piccole dosi. Partita lo scorso 30 settembre sulla BBC One,
ancora non ha una data di messa in onda in Italia, ma è una serie
che sicuramente va seguita e pienamente apprezzata.
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