7 sconosciuti al El Royale di Drew Goddard


"Vogliono vedere solo gente che scopa”

- Come hai fatto a capire che stavo mentendo fin dall’inizio? 
- Se per tutta la vita senti stronzate impari per forza 
- L’hai presa da una canzone? 
- No

- Che cos’è un albergo per pervertiti?
- Non mi interessa, l’ho già sentito, è più interessante ascoltare la pioggia


"7 sconosciuti al El Royale” di Drew Goddard è un film a puzzle che va lentamente ricomponendosi, tra flashback e ellissi narrative. Tra citazioni tarantiniane senza mordente e affreschi desolati senza passione perduta, ci troviamo di fronte a un rompicapo che spesso perde la logica e cerca di ricompattarsi strada facendo, con colpi di scena che intervengono ad hoc ma che non danno fino in fondo “logica” alla vicenda e finiscono con l’essere alla fine persino fuori luogo. Anni ’60 vediamo un uomo intento a nascondere dei soldi sotto il pavimento di una stanza dell’Hotel Royale, l’uomo viene ucciso subito dopo esser riuscito nel suo intento. 
La narrazione si sposta dieci anni dopo, quando due donne e due uomini arrivano all’Hotel,  che definire mal ridotto è un eufemismo… dove sono accolti da un tuttofare timido ma che alla fine riesce a soddisfare i loro desideri. La vicenda si ingarbuglia ben presto, con la narrazione che procede a singoli quadri per poi pretendere di ricomporsi, seminando dubbi e domande, fino al pirotecnico finale. Il problema di “7 sconosciuti a El Royale” sta tutto nel capire le motivazioni dei personaggi che si incontrano “nel suo teatro” non tanto nella vicenda che si dipana via via annaspando qua e la. Non tiutti i personaggi e le loro micro storie sono messe a fuoco, non tutti i personaggi sono ben definiti, come si converrebbe a una narrazione del genere. Perché sostanzialmente dal recupero del bottino di una vecchia rapina,  ci si trova di fronte a “rischio spoiler”: a una cantante, a un prete, a un poliziotto, a un santone, a una sua adepta e alla sorella che tenta di proteggerla… persino a un reduce… troppo? Decisamente si e mal calibrato, se alla fine l’unica domanda è di chi era quel fantomatico nastro lasciato bruciare? E questa paradossalmente è la prova che il film non è del tutto riuscito male… ma rimane un'occasione sprecata, visto anche il notevole cast: Jeff Bridges, Cynthia Erivo, Dakota Johnson, Jon Hamm, Cailee Spaeny, Lewis Pullman.


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