“Cosa fai a Capodanno?” di Filippo Bologna



“Cosa fai a Capodanno?” di Filippo Bologna, è una black commedy, didascalica, incapace di tenere la tensione per necessità di spiegare subito il minimo mistero per paura che la sceneggiatura non scorra lineare per lo spettatore di turno. Ricominciamo, “Cosa fai a Capodanno?” è “Il Disprezzo di Godard” in versione commedia, immerso in atmosfere tarantiniane, con citazioni che oltre all'autore di Pulp Fiction vanno da Orson Welles ai Fratelli Coen … così suona esagerato ma decisamente meglio, descrive il tutto che citazioni comprese, rimane didascalico ma trattandosi di un film all’esordio Bologna ha evidentemente messo dentro i suoi autori di riferimento nel calderone e auspicando un pubblico più ampio ha cercato di renderli il tutto sin troppo accessibile e telefonato: “impossibile non riconoscere il dito mozzato iniziale del Grande Lebowski o i presunti alieni della Guerra dei mondi… O ancor più sfacciato “Il cammino dell’uomo timorato".
” Ma la chiave di volta “per apprezzare il tutto” al di là delle critiche negative che stanno piovendo sul film e anche sulla recitazione degli attori, è la citazione meno evidente, ovvero l’edizione italiana de “Il Disprezzo” di Godard che rendeva macchiette, maccheronici, stereotipi, tutti i personaggi, privati della loro lingua originale, ma che in un certo qual modo amplificava ancor di più l’incomunicabilità che era alla base della pellicola stessa, falcidiata al montaggio e accentuandone il ridicolo seppur involontario. Il lieto fine che dir si voglia, contando su un cast di attori di richiamo, contava di far apprezzare un genere come la black commedy, da parte di Bologna, che in Italia difficilmente trova spazio. Doveva invece a quel punto spingere sul paradosso, sul surreale e sulla cattiveria "gratuita" che normalmente "generano situazioni del e di genere". E veniamo finalmente è il caso di dirlo alla trama, che vede un casolare ricoperto di neve dove per Capodanno dovrebbe consumarsi un’orgia. Ma ben presto apprendiamo che i padroni di casa sono prigionieri causa rapina, che i rapinatori, Luca Argentero e Ilenia Pastorelli, hanno preso il suo posto, che un’altra coppia: Isabella Ferrari e Ludovico Succio, è venuta per riprendere qualcosa che le appartiene intimamente e che l’unica coppia interessata al sesso riuscita ad arrivare, Alessandro Haber e Vittoria Puccini, è composta da un paralitico guardone ( il regista n.d.r.) e da una depressa cronica (l’attrice n.d.r.). Ovviamente tutto va a puttane, anzi non ci va, ma se ci abbiamo capito qualcosa e non saranno stati i funghi allucinogeni relegati impunemente ad antipasti, prima di sparare a zero su un film come questo ce ne vuole, che ok, non sarà un capolavoro ma ha decisamente il suo perché.

“- Non c’è niente di meglio di una bella ammucchiata per festeggiare il Capodanno, perché chi tromba a Capodanno? - Tromba tutto l’anno - Vedo che ha studiato”
“- Ma allora me la da o no? - Cosa? - La mano, per il resto c’è tempo”
“- Siamo nella merda - Per fortuna siamo in bagno”
“- Ma che fai? - Bevo - Va ossigenata ce l’avete un decantar? - E’ finito”
“- Vuoi un funghetto? - M allora se scema se me lo dicevi prima ci facevamo il sugo”
“ - Cosa c’è di speciale su un marito? - Solo un maniaco sessuale può accanirsi sullo stesso corpo per tutta la vita”
“- A casa facevi un capodanno peggio di questo, alla fine qui ci abbiamo da mangiare, bere e fumare, ci manca solo… Sei mai stato con un uomo tu? - Ma che dici? - Non sei mai neanche stato con una donna tu”

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