“Io sono il figo con lo speedo! Sono
un Oreo senza più il cuore cremoso, ma se mi inzuppi nel latte resto
un boccone delizioso!”
Abbiamo voluto aspettare un po' prima
di dare un giudizio su “Kidding” - in italiano col sottotitolo:
“Il Fantastico Mondo di Mr. Pickles” - perché non volevamo farci
influenzare dalla risaputa e famigerata eccellenza di Jim Carrey
quindi volevamo capire se togliendo lui, questa nuova serie della
Showtime sarebbe stata comunque all'altezza e la risposta è,
assolutamente ed inequivocabilmente no, perché Jim Carrey è Jim
Carrey e togliendo lui la serie sarebbe stata come molte altre. Dave
Holstein idea il tutto, mentre la produzione esecutiva è affidata,
tra gli altri, anche a Carrey. Dieci gli episodi totali, mentre la
serie è già stata rinnovata per una seconda stagione, nonostante
gli ascolti assolutamente al di sotto delle aspettative, con rating
spesso anche al di sotto dello 0.1. Ambientata in Ohio, a Columbus,
la serie segue le vicende di Jeff Piccirillo (Jim Carrey),
famosissimo presentatore televisivo che ha un grande successo con un
programma tv dedicato ai bambini, “Mr. Pickles”. Lo conoscono
tutti, tanto che perfino i ladri non si avvicinano alla sua auto,
perché ha cresciuto generazioni di ragazzi.
La serie mette in scena
il contrasto netto tra la solarità, la positività e la gioia con
cui l'uomo affronta la vita davanti le telecamere e la vita familiare
decisamente poco felice, che subirà un drastico mutamento a causa di
una tragedia che lo colpirà profondamento. Il personaggio di Jeff,
viene interpretato anche da Zachary Arthur, da giovane, durante i
flash-back. Oltre a Carrey la serie vede come co-protagonisti: Frank
Langella nel ruolo di Sebastian, padre di Jeff e produttore esecutivo
del programma del figlio; Judy Greer nei panni di Jill, infermiera,
ex moglie di Jeff; Cole Allen è invece sia Will che Phil, gemelli
figli di Jeff e Jill; ed infine Catherine Kreener nel ruolo di Didi,
capo burattinaio del programma tv del protagonista, ma anche sorella
di Jeff. Insomma tutto ruota intorno a quest'ultimo, ed il resto del
cast, esclusa la Greer, non risulta all'altezza di Carrey, c'è poco
da fare, ma quando si ha un mostro sacro come lui il confronto non
regge. Il cast è numerosissimo, ci sono tantissimi personaggi
ricorrenti e secondari, molte sono le guest star dei primi dieci
episodi, tra cui: Betty Thomas, Conan O'Brien, Danny Trejo e Riki
Lindhome. La serie, nonostante gli episodi abbiano una durata di
mezzora, non può essere classificata come comedy, già classificarla
come dramedy è eccessivo, perché c'è visibilmente più drama che
comedy, ma è una serie reale, di quella realtà che annienta,
spudorata, perché sono le prestazioni di Carrey a dare forza a quel
dolore latente che crea assoluta empatia con il telespettatore.
Come dicevamo all'inizio, è complicatissimo trascendere
Carrey dal contesto, è difficile eliminare l'eccezionalità
dell'interpretazione del protagonista e guardare solo la serie in se,
ma ci proviamo e notiamo una sceneggiatura eccellente, ma con
narrazione piuttosto lenta, un po' forse troppo piena di cose, di
caratteristiche diverse e non si può di certo definire una serie
originalissima, la trama verte su cose che abbiamo già visto, ma è
una serie sincera e la sincerità arriva dalla naturalezza sempre
sua, quella di Jim Carrey, per l'appunto. E quindi andiamo a finire
sempre là: non si può trascendere “Kidding” da Carrey, anche
perché è la prima volta che l'attore interpreta per un'intera
stagione un personaggio protagonista di una serie tv e ce lo godiamo
a pieno. La serie, tra l'altro, essendo composta da soli dieci
episodi da mezzora ciascuno, si lascia seguire con molta facilità.
Al doppiaggio italiano – è arrivata in Italia lo scorso 7 novembre
su Sky Atlantic – c'è Roberto Pedicini che ormai è diventata la
voce ufficiale di Carrey e questo rende il tutto più familiare.
Considerando tutto “Kidding” è una serie che non possiamo far
altro che consigliare, perché è una delle cose migliori viste negli
ultimi anni all'interno del fiacco palinsesto Showtime, ma anche
soltanto per ammirare ancora una volta Mister Carrey in tutta la sua
magnificenza.
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