“Non dirò mai a nessuno del suo
errore, ma lei deve solo fare una cosa per me... dovremmo fingere che
io abbia il cancro e poi diremo a tutti che mi ha curato... la gente
ci crederà? Possiamo farlo?”
Ne è passata di acqua sotto i ponti da
quando Rupert Grint interpretava il piccolo Ron Weasley nella
famosissima saga di “Harry Potter”, ma adesso è decisamente
cresciuto. In “Sick Note” infatti Grint interpreta Daniel Glass,
un giovane uomo appena lasciato dalla fidanzata, Becca (Pippa
Bennett-Warner) perché è un perenne sfaticato, pigro, un giocatore
compulsivo di Play, che per rimanere a casa e non andare a lavoro si
inventa la qualuque, insomma uomo che non vuole assolutamente
migliorare la propria vita, tanto che nessuno si accorge
effettivamente della sua esistenza: suo fratello è il preferito di
casa, la madre non si ricorda minimamente il nome della ragazza con
cui Daniel convive da due anni e per i colleghi è sempre il “nuovo”
arrivato, perché nessuno fa mai caso a lui, in tutto ciò rischia
anche il licenziamento. Nello stesso giorno però la sua vita verrà
stravolta quando gli viene diagnosticato un carcinoma all'esofago e
lo danno praticamente per spacciato: sei mesi di vita. Comincerà a
notare come l'atteggiamento dei suoi “cari” cambierà
drasticamente: tutti gli amici, i suoi genitori, i colleghi, la sua
ex, lo cominciano a trattare in maniera completamente diversa,
decisamente migliore rispetto a prima. E così entra in scena la
casualità, la vita gli gioca un altro scherzo: c'è stato un errore
nella diagnosi, Daniel non è malato. Dopo aver visto però come la
gente lo rispetta e lo aiuta, sarà difficile tornare all'esistenza
di prima fatta di amici virtuali e disagio perenne, ecco perché non
racconta a nessuno che in realtà è stato tutto un errore, con tutte
le conseguenze che questa decisione comporterà. La serie, partita un
anno fa sull'emittente inglese Sky One, è arrivata solo da pochi
giorni in Italia su Netflix, che ha distribuito sia la prima che la
seconda stagione in un'unica soluzione per un totale di 14 episodi
ideati e scritti da
Nat
Saunders e James Serafinowicz, per la regia di Matt
Lipsey.
Il giorno in cui la vita di Daniel Glass cambierà sarà
quando incontrerà sulla sua strada il Dottor Iain Glennis (Nick
Frost), uomo completamente sbadato, con la testa perennemente per
aria, che di certo non fa il mestiere giusto, un mestiere che
richiederebbe particolare attenzione. Daniel ha anche un capo
terribile, Kenny West (Don Johnson), l'unico a cui non frega nulla
della sua malattia. Nel frattempo la sua ragazza lo tradisce da tempo
con il suo migliore amico, Ash (Tolu Ogunmefun). Insomma una vita
disastrata. Ad essi vanno aggiunti una serie di personaggi secondari
che si intersecano tutti molto bene con il protagonista. “Sick
Note” è sicuramente una serie divertente, originale,
intraprendente, Rupert Grint è perfetto per il ruolo e la narrazione
ha un ritmo adeguato, che non scema mai nel corso di tutta una prima
stagione che calamita l'attenzione ed empatizza in maniera eccelsa
con il telespettatore. Detto questo però c'è un aspetto tecnico che
lascia parzialmente a desiderare, la regia qui e là perde qualche
colpo, il cast, a parte qualche elemento, è qualitativamente poco
interessante e la caratterizzazione dei personaggi non è
perfettamente a fuoco, ma “Sick Note” ha dalla sua la capacità
di attirare l'attenzione con semplicità e forza ed il finale del
primo episodio ne è un chiarissimo segno. Da vedere.
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