“Il carattere si rivela mediante le
scelte. Riflettete un momento... chi potrebbe essere il destinatario
della vostra rabbia? Un ladro, un pedofilo, un leader politico?
Questa decisione fa venire a galla ogni segreto e rivela le vere
intenzioni. Provate a chiedervi: da quell'infausto pulpito, con il
via libera per poter attaccare, voi, chi uccidereste?”
San Francisco 1987. Un professore, ma
anche Preside di King's Dominion, parecchio violento e spietato,
insegna quella che potrebbe sembrare una materia banalissima come la
Storia, ed in particolare la prima e la seconda guerra mondiale, ad
un gruppo di ragazzi. Ad un certo punto però lo stesso professore
colpisce al naso una di loro con un bastone, con un gesto fulmineo,
gelante. Solo una lacrima scende sul volto della ragazza, pochi
secondi dopo la stessa si lecca il sangue che gli cola dalla ferita.
Parte da qui “Deadly Class” la nuova serie della SyFy tratta dai
fumetti omonimi e trasportata in Tv dallo stesso Rick Remender che è
autore della saga comics originaria e da Miles Orion Feldsott. Non
leggendo la trama e approcciandosi senza sapere nulla a questa nuova
serie, l'incipit è confuso, ma pazzesco, intrigante al punto giusto
e che ti sprona a continuarne la visione e questo è senza alcun
dubbio uno dei punti di forza della serie, che ti lascia addosso la
voglia di sapere cosa accadrà nell'episodio successivo.
Altro punto
a favore è il cast, in cui risalta un eccellente Benedict Wong, nei
panni del Maestro Lin, Preside dell'accademia di King's Dominion,
istituto che ha il compito di formare nuovi assassini. Ebbene si. Ed
ecco servito uno degli incipit più accattivanti degli ultimi anni.
Stiamo pur sempre parlando di una rivisitazione e per questo è ovvio
che il merito dell'idea di fondo non va alla SyFy, ad essa va solo il
ringraziamento di aver creduto ad un progetto a cui non tutti
avrebbero dato appoggio, ma come la gran parte delle serie SyFy, ci
sono delle pecche. La serie non è graffiante, non è cupa come il
fumetto, non ha la stessa violenza narrativa ne tantomeno il medesimo
mordente, è tecnicamente imperfetta sotto l'aspetto registico e
della fotografia ed è forte perché forte è la storia da cui essa è
tratta. Di certo è una serie che raggiunge pienamente la
sufficienza, perché le atmosfere, il cast, la colonna sonora, la
rappresentazione più o meno fedele dell'originale, la sceneggiatura,
sono elementi fatti bene, però manca quel qualcosa in più per farla
diventare una serie davvero di alto livello. Il Pilot è molto
chiaro, tende a raccontarci i personaggi, a farci intuire le
relazioni che intercorrono tra loro, il King's Dominion ci viene
presentato come un luogo poco illuminato, come l'oscurità che
avvolge ciò che avviene al suo interno, posto alla spalle di una
macelleria, tra manufatti antichi, spade e colonne. Il tutto però
diventa metafora di una America di oggi, quella segnata
dall'apparenza, della legalità limitata, dove chi vive o chi muore
lo si stabilisce da chi ha più potere, dove “solo chi merita, deve
morire”.
Se si va oltre l'aspetto fumettistico, la serie affonda su
morali profonde, ma si perde nei meccanismi della serialità SyFy,
che punta sulla fantascienza ad ogni costo, anche dove in fondo
fantascienza non ce n'è. Il resto del cast è formato da: Marcus
Lopez (Benjamin Wadsworth), ragazzo orfano con 12 omicidi alle
spalle, ricercato dalla polizia, ultimo arrivato alla King's
Dominion; Saya Kuroki (Lana Condor), sponsor di Marcus; Maria Salazar
(Maria Gabriela de Faria) membro della Soto Vatos – gruppo di
studenti appartenenti ai cartelli della droga – ed ex fidanzata del
capo di questi, Chico (Michel Duval); Willie Lewis (Luke Tennie),
leader della FWO, banda di strada di Los Angeles, che diventerà il
migliore amico di Marcus; ed infine Billy (Liam James), punk rocker,
figlio di un pliziotto corrotto. Il cast è ovviamente molto numeroso
e prevalentemente giovane, ma i personaggi sono ben caratterizzati
anche se qui e là un po' troppo stereotipati. La serie nel suo
complesso però non è limitata e diretta soltanto ai nerd
fumetti-dipendenti, ma può tranquillamente essere seguita da tutti,
anche se gli over 40 potrebbero trovarsi spaesati di fronte ad una
storia che racconta di adolescenti così violenti e inclini
all'omicidio. “Deadly Class” è partita sul canale americano lo
scorso 16 gennaio, mentre in Italia la serie è ovviamente ancora
inedita.
“Devi cercare di reagire e tornare in
te. Hai solo un turno a disposizione. O trovi un modo per essere
felice e ti godi la vita, oppure no... La vita non è una prova
generale”
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